Settembre: tempo per ricominciare…

Settembre: tempo per ricominciare…

Intanto bentornati! Ma al di là di quanti giorni ciascuno di noi abbia potuto staccare realmente, settembre diventa comunque un tempo benedetto per riprendere le normali attività. Comprese quelle di una parrocchia come la nostra. In più quest’anno per me e per don Luigi Perego – appena arrivato a Santo Stefano per completare la squadra dei presbiteri – rappresenta un momento insieme di curiosità e giusta apprensione nel capire ritmi e impegni “normali” della nostra comunità cristiana.

Dunque, è evidente che i prossimi mesi dovranno essere dedicati ad una conoscenza reciproca più approfondita. Nel frattempo però – in collaborazione col Consiglio Pastorale e col Consiglio degli Affari Economici – abbiamo condiviso alcune linee progettuali su cui muoverci e che saranno oggetto di ultima definizione nel primo incontro programmato per la mattina di sabato 17 settembre p.v.

Per ora mi accontento di proporre quasi una sintesi che anticipa la riflessione più ampia sui temi che vorremmo suggerire per il prossimo anno pastorale e che ci dovranno vedere un po’ tutti coinvolti.

Il primo riguarda quello della formazione degli adulti in vista di una sempre maggiore acquisizione – per usare un argomento caro al nostro Arcivescovo – del “pensiero di Cristo”. Due gli ambiti di impegno: quello della proposta di un momento mensile unitario di ascolto, riflessione e preghiera da vivere tendenzialmente ogni primo venerdì del mese. Li chiameremo “I venerdì di Tabgha” per riferirci alla località sul lago di Genezaret in cui viene ricordato il miracolo dei pani e dei pesci quando Gesù nutrì la folla con la sua Parola e poi con quei pochi pani e pesci che bastarono per tanta gente. A questo ambito vorremmo sommare quello di favorire la fisionomia di un cristiano adulto consapevole e corresponsabile. Dove la corresponsabilità passa anche attraverso il dovere di condividere il peso della sostenibilità di una comunità parrocchiale impegnativa come la nostra. Corresponsabilità che non è solo un appello a dare di più, ma impegno a far crescere quel senso di appartenenza anche un po’ orgogliosa a questa comunità: tu le appartieni e lei ti appartiene.

Un secondo ambito tematico riguarda quella che papa Francesco chiama “una chiesa in uscita” e che dice il senso stesso dell’esserci della chiesa: quello di andare, di incontrare, di offrire ad ogni uomo e donna la possibilità di conoscere Gesù e il suo vangelo. La chiesa non esiste per se stessa, noi cristiani non veniamo in chiesa per stare bene tra di noi, i tanti gruppi che questa parrocchia ha generato non possono accontentarsi di gratificare quanti vi partecipano. In questa prospettiva due sono gli impegni concreti su cui vorrei che la nostra comunità parrocchiale si cimentasse: il rilancio dei gruppi di ascolto del Vangelo e la visita natalizia.

Un terzo ambito su cui non potremo non soffermarci è quello che riguarda il fenomeno dei rifugiati e il suo impatto con la nostra città e con la nostra parrocchia. Il piccolo appartamento di via Giovanna d’Arco, ristrutturato grazie al contributo economico di Caritas Ambrosiana, dal prossimo novembre potrà ospitare una famiglia o comunque un piccolo numero di profughi, all’interno del progetto di “accoglienza diffusa” che la nostra Diocesi sta sostenendo da tempo. Vorremmo che questa presenza diventi un’occasione di coinvolgimento più ampio di tutta la comunità. Attraverso la disponibilità ad un volontariato di prossimità, fatto di vicinanza ed accompagnamento. Ma anche attraverso la promozione di momenti di formazione finalizzati a riflettere sulle cause del fenomeno migratorio e sulle strategie per affrontarlo in modo saggio.

Come dicevo, per ora si tratta solo di un indice che verrà adeguatamente rimpolpato. Per ora ci auguriamo tutti, e di cuore, uno splendido anno pastorale al servizio del Signore e dei fratelli.

 

Don Roberto Davanzo

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