
Venerdì 16 marzo
GESU’ MUORE IN CROCE
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Camminiamo con te, Gesù, sulla via della croce, perché hai tanto amato il mondo da dare la vita.
LETTURA
Dal Vangelo di Marco (27,45-54)
A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito. Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».
RIFLESSIONE
Gesù sulla croce è come una calamita. Questa terrificante visione ha attirato innumerevoli uomini e donne che hanno vissuto e dato la vita guardando a questo segno. Gesù attrae tutti dalla croce con la potenza dell’amore. Il peso del corpo di Gesù è innalzato da terra sull’albero della croce perché nessuno possa più soffrire e morire da solo. Il suo amore illimitato ha colmato il limite di ogni nostra mancanza di amore e ci ha ridato la dignità di figli di Dio. Sulla croce qualcuno ha cercato di fermare i piedi e le mani di Gesù. Non sapeva che proprio in quell’istante Dio avrebbe compiuto l’opera più grande: mostrare a noi la misura del suo amore.
PREGHIERA
Grazie, Signore,
perché non hai scelto di abitare tra le nuvole,
ma di vivere e di nasconderti
nelle persone più semplici,
nei piccoli gesti d’amore, nelle esperienze
e nei casi limite della vita.
Grazie, perché in questo tuo morire nelle nostre morti
e nelle fatiche quotidiane,
tu non ti fermi alla nostra fragilità
ma doni la vita ad ogni nostro fallimento.
Vinci le nostre paure, le nostre resistenze
e non farci sentire soli nei momenti più bui della nostra vita.
Ci sei come amico e fratello.