
Tre “arrivi” caratterizzano questo inizio di anno pastorale. Il primo riguarda don Andrea Gariboldi, sacerdote da sei anni che ha svolto il suo ministero a Gavirate (VA). Sostituirà don Luigi Perduca, nominato parroco a Milano nella parrocchia di San Gregorio Barbarigo. Ogni avvicendamento di un sacerdote in una parrocchia è molto più che un fatto organizzativo. Dice piuttosto il mistero della Chiesa al servizio della quale noi sacerdoti abbiamo dedicato la vita, senza identificare la nostra persona con un ruolo o l’altro. I sacerdoti cambiano, la Chiesa resta. Quella Chiesa fatta dal popolo di Dio, dai fedeli laici che abitano in un determinato territorio e a cui ci leghiamo con intensità, ma insieme con la libertà di chi è pronto a “smontare la tenda” non appena il Vescovo ce lo dovesse chiedere, per rimontarla altrove. A don Luigi Perduca la gratitudine per il servizio appassionato ed intelligente di questi 11 anni e che ora, col ministero di parroco, raggiunge la sua maturità sacerdotale. A don Andrea Gariboldi l’augurio che il suo nuovo ministero a Santo Stefano sia di arricchimento per il suo sacerdozio e la promessa di una affettuosa e calda accoglienza.
Il secondo arrivo riguarda il prof. Sandro Pozzi che dal primo settembre assume il ruolo di “direttore di istituto” presso la scuola parrocchiale Santa Caterina. Sostituirà la professoressa Lidia Monti che ha accompagnato con professionalità e amore la nostra scuola negli anni successivi alla gestione delle suore di Maria Bambina. Anni nei quali la scuola ha mantenuto l’apprezzamento nell’opinione delle famiglie che continuano a sceglierla, oltre che un equilibrio economico non sempre scontato. Al prof. Pozzi ho chiesto – nella logica di una continuità con la gestione precedente – di aiutare la scuola a mostrarsi sempre più come scuola “parrocchiale”, a pensarsi come uno straordinario strumento per essere chiesa in uscita, veicolo di proposte culturali che la parrocchia rivolge alla città tutta. Sono tanti i motivi che spingono le famiglie ad avvalersi di una scuola come la Santa Caterina. A noi l’abilità di cogliere questa occasione per un’azione educativa che diventi annuncio del Vangelo. Per i ragazzi e per i genitori.
Il terzo è un arrivo “collettivo”. Si tratta del gruppo di 7 persone, tra cui un bimbo di un anno e mezzo, provenienti da un campo profughi al confine tra l’Eritrea e l’Etiopia. Sono arrivati alla fine di giugno attraverso quei “corridoi umanitari” – attivati da Caritas Italiana, Ministero degli Interni e Ministero degli Esteri – per sperimentare la possibilità di flussi migratori controllati e sicuri, anzitutto per chi scappa da situazioni di persecuzione e miseria. Li ospitiamo, in collaborazione con la cooperativa Farsi Prossimo di Caritas Ambrosiana, nell’appartamento di via Volta 4, per il tempo necessario ad acquisire gli strumenti per rendersi autonomi, in particolare quello della lingua e quello del lavoro. Un gruppo qualificato di volontari si è già messo a disposizione per accompagnare queste persone nel difficile cammino che hanno intrapreso. Non appena entreremo più in confidenza con loro valuteremo le occasioni per raccontare un po’ della loro storia, del Paese da cui provengono, dei loro sogni, delle loro aspirazioni. Per guardare da vicino il volto di fratelli e sorelle che con la loro presenza potrebbero guarirci da quel triste individualismo che avvelena le nostre vite. Sono tre “arrivi”, ma che parlano contemporaneamente di una “partenza”. Con l’auspicio che aiutino tutta la nostra comunità di Santo Stefano a rimetterci in cammino. Noi, gente della strada, fatti per camminare, mai per stare fermi.
don Roberto Davanzo