
Un’occasione di conoscenza e di allargamento dei nostri orizzonti
Era la fine dello scorso giugno quando arrivarono sette persone dalla lontana Eritrea per essere accolte nell’appartamento di via Volta 4, con l’obiettivo di offrire loro un nuovo inizio, un nuovo futuro. A sette mesi dall’inizio di questo progetto di accoglienza è venuto il tempo di renderne conto e di fare di questa presenza un’occasione di conoscenza e di allargamento dei nostri orizzonti.
Anzitutto i nomi: Fatuma, Salih, Mohammed, Salman, Millon, Daniel e Haben. Due nuclei – uno di religione musulmana, l’altro cristiana ortodossa – provenienti da uno dei Paesi più deprivati e devastati di tutta l’Africa, quella Eritrea che rievoca i folli sogni coloniali del ventennio fascista quando cantavamo “faccetta nera, bella abissina …”. Un Paese che ha alle spalle una guerra pluridecennale per la definizione dei confini con l’Etiopia e che solo recentissimamente – almeno pare – vede schiudersi un futuro meno conflittuale.
Non abbiamo ancora potuto conoscere i dettagli che hanno condotto queste persone nei campi profughi al confine tra quei due Paesi, ma da quei campi profughi le agenzie delle Nazioni Unite le hanno intercettate, selezionate e alla fine indirizzate nel nostro Paese grazie ad un progetto definito “corridoi umanitari” che alcune espressioni delle Chiese in Italia hanno elaborato da alcuni anni. Un progetto a costo zero per lo Stato italiano e che ha consentito di far giungere queste persone in Italia in modo sicuro, senza che la loro disperazione arrivasse a finanziare le organizzazioni criminali che da sempre speculano sul sogno di un futuro diverso di tante persone. Un sogno che si infrange sulla pressoché totale impossibilità di venire in Europa in modo legale e sicuro.
La Parrocchia di Santo Stefano ha messo a disposizione l’appartamento di via Volta 4 affidandolo alla cooperativa Farsi Prossimo di Caritas Ambrosiana, responsabile del progetto. Inoltre, nella nostra Parrocchia si è costituito un significativo e qualificato gruppo di volontari che affiancano la cooperativa e vivono un rapporto quotidiano con gli ospiti. Un rapporto fatto di sostegno e accompagnamento sanitario, di avviamento alla conoscenza dell’italiano, di inserimento nelle attività dell’oratorio, di conoscenza del territorio, di nozioni di economia domestica, …
Certo, nessuno si illude rispetto al tempo che questo progetto di offerta di un nuovo futuro richiederà. Nel frattempo riteniamo doveroso approfittare della presenza di queste persone per essere richiamati ad aprire gli occhi rispetto ai drammi che derivano da un mondo profondamente lacerato e segnato da inaccettabili squilibri. Le persone che scappano dai loro Paesi ci ricordano che non ci è lecito far finta di niente, che non possiamo accontentarci di difendere il nostro benessere trasformando il nostro Paese e l’Europa in una specie di fortezza blindata. Che molte di queste situazioni di sofferenza derivano da politiche neo-coloniali ancora in vigore e da politiche economiche e finanziarie egoiste e prive di lungimiranza.
Per questi motivi, all’interno di questo numero del Notiziario troverete le informazioni relative ad una serata di approfondimento e di racconto di questo progetto, prevista per venerdì 22 febbraio. Proveremo a riflettere sul fenomeno migratorio a partire dal progetto dei “corridoi umanitari”, cioè di un meccanismo che consenta in tutta sicurezza a quanti scappano da situazioni insostenibili di arrivare nei Paesi europei.
Una serata dedicata a quanti non si accontentano di liquidare il dramma dell’immigrazione con slogan gridati, ma che con ragionevolezza e senso della realtà vogliono porre le premesse per un domani meno conflittuale per tutti.