“Camminiamo insieme … verso la Terra Promessa”

“Camminiamo insieme … verso la Terra Promessa”

Un itinerario individuale e comunitario per andare verso la Chiesa di domani

Se lo slogan di questo anno pastorale era “Camminiamo insieme”, allora mi piace declinarlo in vista del tempo quaresimale  aggiungendo “… verso la Terra Promessa”, per non dimenticare che noi non siamo solo dei camminatori e basta, ma dei viandanti che hanno una meta precisa, quella che il libro dell’Apocalisse definisce l’incontro con “la sposa dell’Agnello”. Non siamo dei vagabondi, siamo dei pellegrini che sanno che cosa li attende al termine del loro percorso. Il tempo di Quaresima ha una durata simbolica, 40 giorni, evocazione dei 40 anni del cammino di Israele nel deserto in vista della Terra Promessa e dei 40 giorni di permanenza di Gesù – il nuovo Israele – nel deserto delle tentazioni.

Dunque, anche noi vogliamo affrontare questo cammino consapevoli delle fatiche, delle rinunce che questo ci chiederà, ma altrettanto certi di poter disporre del nutrimento che è la Parola di quel Dio che ci chiede di uscire dai nostri angusti recinti e di camminare, insieme – mai da soli – verso una Terra Promessa che è la comunione con Lui, verso quella Gerusalemme Celeste che ci verrà donata al termine della storia, verso l’incontro con Gesù Risorto che contempleremo al mattino di Pasqua, quando torneremo a cantare il nostro Alleluia.

In questo cammino ci accompagnerà idealmente la figura di san Paolo VI che fu Arcivescovo di Milano negli anni del dopo guerra, quando il nostro Paese viveva una straordinaria trasformazione e Sesto San Giovanni diventava il simbolo dell’Italia del lavoro. A Sesto San Giovanni l’Arcivescovo Montini svolse la sua prima visita appena giunto a Milano e negli anni del suo episcopato ci tornò ben 28 volte! Gli incontri decanali dei venerdì di quaresima, a cui non potremo certo mancare, ci presenteranno alcuni aspetti della sua straordinaria figura.

Tra questi aspetti lasciate che ne evidenzi uno che rappresenta un “tormentone” che lo ha accompagnato fin dai primi anni del suo ministero di giovane sacerdote impegnato con gli universitari cattolici. Mi riferisco alla sua ansia per quello che definiva il divorzio, la separazione tra la fede cristiana e la cultura del nostro popolo. Il cristianesimo restava come uno scenario sullo sfondo della vita degli uomini e delle donne del ‘900, ma quella vita era interpretata secondo un copione che prescindeva dall’insegnamento evangelico. Capite tutti il problema: un cristianesimo solo di facciata che non arriva a plasmare il nostro modo di giudicare la storia e di agire di conseguenza, a che cosa potrebbe servire se non per giustificare qualche festa, qualche ricorrenza? Un cristianesimo che non attinge ad un ascolto attento della Parola di Gesù e a partire da questa provare a illuminare la vita e la morte, la malattia e la festa, l’amore e l’amicizia, la famiglia e la società, … è destinato all’insignificanza.

La proposta quaresimale – come vedrete dal fascicoletto che da tradizione stampiamo e che potrete scaricare dal sito – presenta una ricca serie di appuntamenti e di spunti di riflessione. A partire dalle tre serate di esercizi spirituali nella prima settimana, fino alla Settimana Santa, vero cuore di tutta l’esperienza cristiana.

Don Roberto Davanzo

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