Ben più che adempimento burocratico

Ben più che adempimento burocratico

Una comunione di diversi, accomunati dalla stessa passione per Gesù

Domenica 20 ottobre tutte le parrocchie della nostra Diocesi saranno chiamate a rinnovare i membri dei Consigli Pastorali e dei Consigli per gli Affari Economici. Si tratterà di un evento di grazia, molto più che adempimento burocratico. La posta in gioco è alta: si tratta di scommettere sulla possibilità di tradurre sul piano organizzativo i principi di comunione, collaborazione e corresponsabilità che stanno alla base della identità della chiesa stessa. Si tratta di riuscire a dimostrare – in un tempo di nostalgie per l’ “uomo solo al comando” – che la chiesa è un “camminare insieme”, un’esperienza di “sinodalità”, una paradossale comunione di diversi, accomunati dalla stessa passione per Gesù di Nazaret e per il suo disegno di bene sull’umanità.

Non ci nascondiamo le fatiche e le difficoltà rispetto a questo “camminare insieme”. Non ignoriamo gli ostacoli che si oppongono a questo obiettivo. Anzitutto quello di una fede vista e vissuta come devozione privata che ignora e dimentica la sua ineludibile dimensione comunitaria. Finché la fede resterà confinata nel segreto della mia coscienza e non mi provocherà a costruire con gli altri credenti una originale e alternativa maniera di stare assieme, qualsiasi meccanismo di partecipazione mi troverà indifferente. Una fede che siamo chiamati a vivere “mai da soli”, ma sempre in un orizzonte collettivo, di popolo.

A questo ostacolo dobbiamo aggiungerne un altro, tutto clericale, rappresentato dall’ossessione di vedere risultati immediati e dal timore di dovere lavorare a lunga scadenza. Quando una Parrocchia viene presa dalla frenesia dell’efficienza, ecco che i momenti di condivisione delle decisioni finiscono per essere visti come perdite di tempo e tendenzialmente messi ai margini.

A questi ostacoli dobbiamo aggiungere quelli che vengono dallo scoraggiamento che può colpire quei fedeli che hanno già fatto parte dei Consigli da rinnovare, a motivo delle incomprensioni e della conflittualità talvolta sperimentate nelle nostre assemblee.

Contro queste obiettive difficoltà il rinnovo dei Consigli del prossimo ottobre si pone come straordinaria occasione per rimettere a tema l’immagine di una chiesa che evangelizza anche attraverso la sua organizzazione interna. Una chiesa portatrice di un respiro insieme universale e locale, che esiste per raccontare al mondo di un Dio amante dell’uomo e della sua felicità. Una chiesa che vede nella Parrocchia una struttura tutt’altro che caduca e che in forza della sua “grande plasticità, può assumere forme molto diverse che richiedono la docilità e la creatività missionaria del pastore e della comunità” (papa Francesco). Una chiesa fatta di fedeli che si sentono “pietre vive” di questo edificio e che, libere da lamentele e campanilismi, provano la gioia di “sentirsi parte” di un disegno grande come la storia. Non come battitori liberi, ma in rappresentanza di una comunità più ampia. Un “sentirsi parte” che si traduce nel rendersi disponibili ad entrare, anche attraverso meccanismi elettivi, a portare il proprio contributo nei Consigli che il prossimo 20 ottobre saremo chiamati a rinnovare.

Un antico principio ecclesiale recita: “ciò che riguarda tutti, da tutti deve essere discusso e approvato”. E’ sulla base di questo principio che ci mettiamo in cammino verso il prossimo appuntamento elettorale, evento di chiesa, evento di grazia.

Don Roberto Davanzo

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