
Ossia, il profilo dei candidati al Consiglio Pastorale Parrocchiale
Dunque si parte! Sul Notiziario dello scorso mese di giugno ho avuto modo di illustrare – in vista del rinnovo previsto per il prossimo 20 ottobre – il senso del Consiglio Pastorale in una parrocchia (CPP). Una bella opportunità per riflettere sul modo con cui i laici possono crescere nell’esercizio della corresponsabilità con i presbiteri, in vista della edificazione di una chiesa sempre più fedele a quanto il Signore Gesù si aspetta da lei.
Mi piacerebbe allora, in queste poche righe, tentare di riflettere sulla figura di quanti accetteranno di entrare a far parte del CPP e dunque di quelle che sono le caratteristiche che ci dobbiamo attendere da loro, della loro fisionomia spirituale e umana, prima ancora del ruolo che ci aspettiamo possano giocare una volta scesi in campo.
Quindi: chi è opportuno si candidi a membro del CPP?
Anzitutto un credente nel Dio di Gesù Cristo che ha lasciato alla chiesa il compito di attuare nel tempo e nello spazio quella che fu la missione del Figlio fatto uomo. Una chiesa fatta di uomini e donne fragili, ma sostenuti dalla presenza dello Spirito Santo, da invocare costantemente nella preghiera per imparare da lui a pensare come Gesù, per arrivare anche ad agire come Gesù.
Di conseguenza, un credente innamorato della chiesa vista come il prolungamento del Corpo di Gesù in mezzo agli uomini e non come una semplice realtà sociologica. Una chiesa di cui conoscere il magistero attraverso l’insegnamento del Papa e del Vescovo della propria Diocesi.
Inoltre, un credente affettivamente e effettivamente legato a quella porzione di chiesa che è la parrocchia nel cui territorio si abita, o si opera, e di cui ci si sente un po’ responsabili. Proprio per questo un credente disponibile ad un cammino formativo che passi attraverso i momenti qualificanti della proposta pastorale di quella comunità (eucaristia domenicale, ritiri, corsi biblici, catechesi per adulti, …).
Nel CPP questa persona dovrà mostrare il desiderio di coltivare uno sguardo globale su quelle che sono le necessità prioritarie della parrocchia evitando lo spirito di parte o di categoria. Tutto questo con la consapevolezza di potere/dovere offrire pareri, consigli, suggerimenti affinché i presbiteri responsabili possano operare scelte illuminate e sagge.
A questo punto non chiedetemi quanto tempo questo ruolo potrà comportare. Al di là dell’incontro mensile, la questione si pone sul piano della passione che i membri del CPP riusciranno a maturare. Sarà a partire da questa passione che ne deriverà un minore o maggiore coinvolgimento e impegno.
Scriveva Antoine de Saint Exupery: “Se vuoi costruire una nave non chiamare la gente che procura il legno, che prepara gli attrezzi necessari, non distribuire compiti, non organizzare il lavoro. Prima invece sveglia negli uomini la nostalgia del mare lontano e sconfinato. Appena si sarà svegliata in loro questa sete, gli uomini si metteranno subito al lavoro per costruire la nave.”
Con l’auspicio che le prossime elezioni del CPP offrano l’immagine di una parrocchia infiammata e piena di nostalgia del mare …