Corresponsabilità e Solidarietà

Corresponsabilità e Solidarietà

Per una parrocchia che appartiene ai suoi parrocchiani

E’ con questi due atteggiamenti virtuosi che vogliamo attraversare questo tempo detto “fase 2”, carico di speranze, ma anche di inquietudine. Stiamo lentamente e prudentemente riaprendo le nostre celebrazioni ai fedeli e gli esercizi commerciali ai clienti. Ma le ferite restano: oltre a quelle della morte e della malattia di tante persone a noi vicine, faranno fatica a rimarginarsi quelle rappresentate dalla sospensione di tante attività lavorative, dalle incertezze su quello che sarà il futuro di tante imprese. Le cronache delle Caritas parrocchiali – che non hanno mai interrotto la loro vicinanza alle persone in difficoltà – ci raccontano di un incremento esponenziale di richieste di aiuto che, possiamo immaginare, non si estingueranno così facilmente.

In questa cornice, nelle pagine interne di questo Notiziario troverete il rendiconto economico del 2019, unitamente alle considerazioni relative a questi mesi di lock down che hanno comportato un pressoché totale azzeramento delle entrate parrocchiali, a fronte di tutta una serie di costi indifferibili (stipendi, utenze, fornitori, …).

Senza la pretesa di essere esaustivi, non posso però tacere la grande preoccupazione relativa al futuro della nostra Scuola Santa Caterina che – se privata del contributo delle rette delle famiglie  e in assenza di significativi sostegni statali – potrebbe correre il rischio serio di vedersi pesantemente ridimensionata alla riapertura del prossimo anno scolastico.

Ecco il senso del binomio che dà il titolo a queste note, corresponsabilità e solidarietà, a dire la necessità di sentire che anche dal punto di vista economico, una parrocchia appartiene ai suoi parrocchiani e al senso di famiglia che li lega. Le parrocchie non ricevono contributi se non da quanti ad esse si sentono affezionati. Le strutture, spesso vetuste ed ammalorate, possono essere ben mantenute grazie alle offerte e donazioni di quanti, in proporzione alle proprie disponibilità, manifestano il loro attaccamento ad una comunità cristiana. Le persone e le famiglie che attraversano momenti di crisi vengono aiutate ad uscire dal tunnel grazie all’impegno di intelligenti e generosi volontari, ma anche grazie alla disponibilità di risorse economiche quanto mai necessarie in questo periodo.

Siamo perciò chiamati a verificare l’intensità della nostra corresponsabilità: che cos’è la parrocchia per me? Solo un erogatore di servizi (messe, sacramenti, accudimento dei bambini, …) o non piuttosto un progetto da far crescere insieme, un modo diverso di abitare nei nostri quartieri per mostrare che cosa genera la fede nel Signore Gesù non solo a livello individuale, ma anche sul piano comunitario? Come ne parlo in casa e con gli amici? Che cosa faccio per renderla sempre più all’altezza della sua missione?

Ebbene, questa corresponsabilità ha bisogno di tradursi in autentica solidarietà che significa la chiara percezione di essere tutti sulla stessa barca e il dovere di condividere anche sul piano economico quanto la vita mi ha permesso di possedere. Tutti siamo stati e saremo un po’ toccati dalle conseguenze economiche del coronavirus. Ma molti di noi – grazie al cielo – riusciremo a passare sostanzialmente indenni da questa bufera. E’ a questa categoria, di cui facciamo parte anche noi sacerdoti, che ritengo opportuno rivolgere un appello affinché il senso di corresponsabilità si possa misurare in un supplemento di solidarietà, secondo le modalità che prossimamente suggeriremo.

Con l’augurio che per tutti la prossima estate possa essere un tempo di rigenerazione in vista di una appassionata ripresa della vita della nostra comunità parrocchiale.

Don Roberto Davanzo

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