“Fratelli tutti”. Un invito alla lettura

Una traccia chiara per camminare insieme verso il sogno di Dio

Lasciatemi condividere la gioia per la nuova enciclica che Papa Francesco ha firmato pochi giorni orsono sulla tomba di san Francesco, “Fratelli tutti”. Si tratta di un dono straordinario, oltre che per la chiesa cattolica, per il mondo intero e contiene la traccia chiara per camminare insieme verso il sogno di Dio: un mondo fraterno, solidale, capace di dialogo, di incontro, dove le grandi religioni hanno un compito fondamentale.

Il testo, decisamente lungo, si presta ad una lettura possibile anche a chi non fosse avvezzo al linguaggio ecclesiastico. Una riflessione improntata sul tema della fraternità che, assieme alla libertà e all’uguaglianza, costituisce quella triade che la rivoluzione francese fece propria con arroganza laicista, ma che trova le proprie radici e il proprio convincente fondamento nella rivelazione cristiana.

Come si fa a dire che tutti gli uomini sono fratelli se non si è mai visto un giorno nella storia dell’umanità privo di conflitti sanguinosi? Come si fa a parlare di fraternità quando si tollerano con indifferenza vergognose inequità tra gli stati e al loro interno? Come si fa a non cadere nella retorica romantica del siamo tutti fratelli quando ad ogni angolo emergono rigurgiti nazionalistici, forme di sovranismo incapace di riconoscere il diritto di aspirare alla felicità e al benessere di ogni singolo e di ogni gruppo umano?

A mio modo di vedere, solo la rivelazione cristiana riesce a motivare in modo convincente la scoperta che ogni uomo è mio fratello e il dovere di trattarlo come tale, specie quando fosse ferito, debole, emarginato.

La genialità dell’enciclica emerge nella direzione di tradurre queste radici – di cui i discepoli di Gesù hanno piena consapevolezza – in conseguenze di ordine sociale, politico, economico che Papa Francesco mostra nella loro convenienza straordinaria per il bene dell’umanità tutta, all’insonne ricerca di un futuro di pace.

Come già dicevo, non si tratta di pensierini spirituali per anime belle: il prezzo da pagare è salato ed alto. Lo dimostrano le reazioni anche scomposte di alcune testate giornalistiche e dei loro esponenti che non mancano di dichiarare la loro appartenenza alla Chiesa.

Un prezzo che passa per esempio attraverso il rifiuto della guerra come strumento di soluzione dei conflitti o la capacità di ripensare la proprietà privata subordinandola alla destinazione universale dei beni della terra. Un prezzo che ci chiede di credere nel valore del dialogo che è molto più che “mera trattativa affinché ciascuno possa accaparrarsi tutto il potere e i maggiori vantaggi possibili, senza una ricerca congiunta che generi bene comune” (202).

“Fratelli tutti” parla del sogno di Dio, un sogno da fare insieme, per non renderlo solo un miraggio.

Don Roberto Davanzo

Potresti leggere anche: