Orientamenti pastorali per l’anno 2021-2022

Rimettiamoci in gioco – Per dire al mondo che …


Indice

  1. Premessa. Una parrocchia, perché?
  2. Le scelte qualificanti il prossimo anno pastorale
    1. Lo sguardo educativo: la cura di Dio per rimettere in moto la vita
    2. L’anno della famiglia “Amoris laetitia”
    3. Il cammino sinodale
    4. L’ordinazione diaconale e presbiterale di Alberto Zoani: riscoprire che la vita è vocazione
  3. Per nutrirci nel cammino
  4. Per concludere …

Premessa. Una parrocchia, perché?

In realtà non abbiamo mai smesso di “giocare” a questo gioco cui il Signore Gesù ci ha chiamati e coinvolti. Il gioco di conoscerLo, di farlo conoscere, di rendere questo mondo un po’ più umano e ricco di opportunità per tutti, nessuno escluso. Un mondo bisognoso di sapere che questa vita che ci è dato di vivere potrebbe essere vissuta meglio. Certo, nessuno ci toglierà mai ansie e preoccupazioni, disgrazie e delusioni, ma il mondo deve sapere che anche questi aspetti negativi possono essere affrontati diversamente e meglio. Usciamo – almeno questa è la speranza di tutti – da una stagione difficile che ci ha mostrato come ci sia modo e modo di combattere contro una pandemia così subdola e devastante.

Una parrocchia esiste perché quanti credono in Gesù e abitano un certo territorio sentano il desiderio è un po’ l’obbligo di far sapere al mondo fuori …

  • … che non si viene al mondo per caso e che abbiamo un Padre che sta nei cieli e che non verrà mai meno nel suo amore per i figli;
  • … che si può far crescere dei figli aiutandoli a scoprire quale sia la vocazione cui sono chiamati, prima che il mestiere che vorrebbero fare da grandi;
  • … che anche da anziano, da pensionato, puoi fare un sacco di bene e che non sei condannato a passare il tuo tempo a bighellonare tra un bar e l’altro;
  • … che non è male né illusorio sognare un mondo di fratelli e sorelle, piuttosto che di avversari e nemici;
  • … che nel momento della malattia, povertà, solitudine, hai diritto di aspettarti che qualche fratello o sorella ti stia accanto;
  • … che non siamo obbligati a vivere senza speranza e senza senso le tante cose pur belle e utili che viviamo quotidianamente;
  • … che dopo questa vita ce ne attende una inimmaginabile nella quale nessun sogno, nessuna lacrima, nessun abbraccio verrà perduto.

Sarebbero tante le cose da far sapere al mondo di fuori per vivere la vita individuale e parrocchiale come un gioco serio ed appassionante. Cose che non ci siamo inventati da noi, velleitariamente, ma che abbiamo avuto la fortuna di conoscere attraverso l’incontro che abbiamo fatto con Gesù di Nazareth, che abbiamo imparato a conoscere come il Figlio di un Dio che non si è accontentato di creare il mondo, ma che ha voluto far sapere come gli umani avrebbero potuto renderlo un piccolo paradiso.

Non abbiamo mai smesso di giocare a questo gioco, ma non ci sono dubbi che la difficile stagione che stiamo vivendo ci impone qualche riflessione ulteriore, la scelta di altre priorità. Priorità che raccogliamo mettendoci in sintonia con il cammino pastorale della Chiesa universale e della nostra Chiesa ambrosiana.

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Le scelte qualificanti il prossimo anno pastorale

La proposta pastorale che ci viene da papa Francesco ci porta a considerare due ambiti prioritari che possono/devono avere un impatto nel cammino di una parrocchia. Mi riferisco all’anno della famiglia “Amoris laetitia” (che si concluderà a Roma nel giugno 2022) e alla riflessione sulla “sinodalità” (che giungerà fino al 2023).

Se ci poniamo poi sul piano diocesano sappiamo che l’arcivescovo Mario ci propone – attraverso la lettera pastorale “Unita, libera, lieta” – di fare dell’anno liturgico il vero programma annuale, in modo che la celebrazione dell’eucaristia domenicale diventi la fonte da cui far scaturire le scelte pastorali ed organizzative di una parrocchia. L’arcivescovo si domanda: dalla Pasqua di Gesù che celebriamo ogni domenica che chiesa nasce? E si dà tre risposte:

  • Una chiesa unita, fatta di tante diversità capaci di parlarsi, di vivere una comunione che non sarà mai uniformità, ma condivisione di una responsabilità per il bene di tutti.
  • Una chiesa libera, una chiesa che sta nel mondo, senza rintanarsi nelle sue sacrestie, ma senza farsi assimilare dal pensiero del mondo e dunque disposta anche ad essere qualche volta impopolare e forse antipatica.
  • Una chiesa lieta, capace di vivere la gioia dentro il travaglio che la vita porta con sè.

Ecco i possibili impatti che questi temi potranno avere sulla vita della nostra parrocchia.

1. Lo sguardo educativo: la cura di Dio per rimettere in moto la vita.

Ricominciamo da ciò che conta di più. Ricominciamo da quella parola che dà senso a tutto il resto. È la parola del Signore Gesù che ci affida il comandamento dell’amore e che ci chiama a riconoscere anzitutto, che siamo oggetto della cura premurosa di Dio, e che uniti a Lui la vita è felice e dura per sempre. Comunicare questo messaggio ai ragazzi, ai giovani e alle famiglie che incontriamo all’interno dei luoghi educativi che contraddistinguono da sempre la storia della comunità di Santo Stefano, oratorio e scuola Santa Caterina, vuole essere lo slancio che muove l’azione educativa di questo anno pastorale. 

 “Qūm”, è una parola ebraica che noi traduciamo letteralmente in italiano con l’imperativo “Alzati”.  È una parola antica che appare quanto meno in due occasioni molto significative nel testo biblico. Una prima comparsa accade nel libro del profeta Giona, nell’Antico Testamento, ed è dove proprio l’incipit del libro di Giona.

“Fu rivolta a Giona, figlio di Amittài, questa parola del Signore: “«Àlzati, va’ a Ninive, la grande città”

Gio 1, 1

Dio si rivolge a Giona e attraverso l’imperativo Qūm, mette in movimento il profeta, cioè lo scuote dal sonno. Questo scuotimento dal sonno è una significazione di grande rilievo della parola Qūm. Potremmo allora liberamente interpretare questa parola come un invito da parte di Dio a rimettere in movimento la vita.

La seconda occasione in cui troviamo la parola “Qūm”, è nel nuovo testamento. In tutti i cicli delle resurrezioni, dei miracoli delle resurrezioni operate da Gesù, soprattutto nell’episodio della resurrezione di Lazzaro, Gesù si rivolge così al morto, a Lazzaro: “Qūm, alzati! Esci fuori! “Ritorna alla vita”,

Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!

Gv 11, 43

Qūm è dunque la parola che più di tutte, indica la cura amorevole del Padre nei confronti di ogni uomo. Cura in generale, non significa tanto aggiustare, normalizzare, rimettere nel giusto ordine le cose, far funzionare in modo normale il pensiero, corpo, il mondo. No! Il gesto più alto della cura, che viene racchiuso in questa antichissima parola “Qūm” è quello di rimettere in moto la vita, di fare ricominciare la vita, di farci rialzare, di far ripartire la vita.

Durante questo anno scolastico e oratoriano, vorremmo impegnarci a testimoniare attraverso le nostre proposte educative, questo sguardo amorevole di Dio nei confronti di tutti gli uomini. Sguardo che dobbiamo anzitutto sentire rivolto su ciascuno di noi. Prima che curare gli altri, siamo noi ad essere oggetto della cura di Dio. Dobbiamo avere coscienza e consapevolezza che solamente chi sente e percepisce il bene di Dio rivolto su di sé, può essere segno credibile della cura e dell’amore di Dio per le persone che incontra. Inoltre, lo stile dei rapporti vissuti all’interno della comunità educante, o è chiaro riverbero di tutto ciò, oppure rischiamo di scindere il nostro agire educativo dalla nostra vita personale, riducendo l’arte dell’educare, ad una semplice teoria da applicare fine a se stessa, ma che non è credibile agli occhi dei più piccoli e non in grado di suscitare cammini di vita pienamente umani.

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2. L’anno della famiglia “Amoris laetitia

L’Anno della Famiglia “Amoris Laetitia”, vuole essere una preziosa opportunità per raggiungere le famiglie della nostra comunità, per non farle sentire sole di fronte alle difficoltà, per camminare con loro, per ascoltarle e per intraprendere iniziative pastorali che le aiutino a coltivare il loro amore quotidiano, insomma per farle sentire protagoniste della pastorale familiare della nostra parrocchia, con uno sguardo e un’azione capace di essere trasversale e inclusiva di tutti i suoi membri.

Non si tratta di celebrazioni da organizzare, bensì di momenti di incontro e formazione dei giovani e dei fidanzati, delle coppie, ciascuna nella propria fase di vita, di accompagnamento delle giovani famiglie e di vicinanza a quelle in difficoltà o in situazione di sofferenza. Con il coraggio di dare maggiore spazio alle famiglie, ascoltando i loro linguaggi, i loro orari, i loro stili di vita, per co-costruire cammini nella fede capaci di rinvigorire la bellezza attrattiva del sacramento del matrimonio. Una cura particolare vorremmo riservarla alle famiglie dei bambini coinvolti nel percorso di iniziazione cristiana, per condividere con loro “spazi di casa” e di vita.

Senza dimenticarci il valore generativo dello stare insieme: per questo vorremmo promuovere iniziative di fraternità per tutti, per alimentare uno stile di condivisione, con l’attenzione di coinvolgere le famiglie della comunità nell’organizzazione e nella promozione di tali momenti. Nella speranza che il nostro camminare insieme possa essere testimonianza per la società.

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3. Il cammino sinodale

Lo scorso venerdì 30 aprile 2021, papa Francesco si rivolse ai membri del Consiglio Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana con queste parole:

«Una Chiesa del dialogo è una Chiesa sinodale, che si pone insieme in ascolto dello Spirito e di quella voce di Dio che ci raggiunge attraverso il grido dei poveri e della terra. In effetti, quello sinodale non è tanto un piano da programmare e da realizzare, ma anzitutto uno stile da incarnare. E dobbiamo essere precisi, quando parliamo di sinodalità, di cammino sinodale, di esperienza sinodale. Non è un parlamento, la sinodalità non è fare il parlamento. La sinodalità non è la sola discussione dei problemi, di diverse cose che ci sono nella società… È oltre. La sinodalità non è cercare una maggioranza, un accordo sopra soluzioni pastorali che dobbiamo fare. Solo questo non è sinodalità; questo è un bel “parlamento cattolico”, va bene, ma non è sinodalità. Perché manca lo Spirito. Quello che fa che la discussione, il “parlamento”, la ricerca delle cose diventino sinodalità è la presenza dello Spirito: la preghiera, il silenzio, il discernimento di tutto quello che noi condividiamo. Non può esistere sinodalità senza lo Spirito, e non esiste lo Spirito senza la preghiera».

In che modo raccogliere questo appello a livello parrocchiale? Come rendere i battezzati che appartengono alla nostra parrocchia di Santo Stefano consapevoli e coinvolti nelle scelte che li riguardano. In che modo riconoscere che lo Spirito parla anche attraverso di loro? Come valorizzare e rafforzare la dimensione sinodale del Consiglio Pastorale Parrocchiale e del Consiglio per gli Affari Economici della Parrocchia?

In questo paragrafo è opportuno accennare al cammino verso l’Assemblea Sinodale Decanale che caratterizzerà il prossimo anno pastorale. Non un impegno esclusivo della nostra parrocchia, ma un percorso in cui non potremo non essere coinvolti. E’ tutta la nostra Chiesa diocesana ad essere chiamata ad una forma di comunione più intensa e più diversificata per una missione più coraggiosa individuando “occasioni e luoghi di dialogo e confronto, nei quali: raccogliere e fare sintesi delle esperienze maturate sul territorio, favorendo la reciproca conoscenza … far crescere la consapevolezza dei processi di mutamento, dei nuovi bisogni e delle nuove sfide che essi portano con sé; favorire la maturazione di competenze e il rinnovamento dell’azione pastorale”. (Sinodo Chiesa dalle genti. Responsabilità e prospettive, Cost.1§1). Per questo, l’Assemblea Sinodale Decanale è l’organismo che appare più proporzionato a questo compito.

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L’ordinazione diaconale e presbiterale di Alberto Zoani: riscoprire che la vita è vocazione

L’anno pastorale si arricchisce per la nostra comunità di un grande dono. Avremo la possibilità di accompagnare da vicino il cammino verso l’ordinazione sacerdotale di Alberto, il seminarista che già da un anno vive nella nostra comunità, seguendo in modo particolare il servizio educativo dell’oratorio e quello liturgico.

Il tempo dell’estate trascorso insieme, ha permesso ad Alberto di avvicinare tanti ragazzi e giovani della nostra parrocchia che hanno trovato in lui la presenza di un giovane attento e capace di un ascolto profondo, ma soprattutto hanno percepito l’entusiasmo di una vita che si è lasciata interpellare dalla chiamata di Dio e vuole essere dono d’amore per gli altri. Nei prossimi mesi, potremo ancor di più conoscerlo attraverso il suo servizio pastorale che avverrà dal sabato al martedì e, dopo l’ordinazione diaconale, con il ministero della predicazione durante le Messe. Nel mese di giugno Alberto sarà ordinato prete. Lasciamoci tutti interpellare dal segno forte della sua presenza, in questo tempo dove le scelte definitive sono sempre più rare e dove l’accompagnare un giovane verso il sacerdozio è realmente cosa non scontata. La sua scelta è anzitutto segno della cura di Dio per la Sua Chiesa che, come ci ricorda il motto pensato dalla classe di Alberto per l’ordinazione, ci dice: “Io sono con voi”.

Prendendo sul serio la testimonianza offertaci da Alberto, diamo anche noi nuovo slancio alla nostra personale vocazione nelle varie forme che il Signore ci ha donato di vivere.

La ricerca della pienezza della vita, della felicità conosce un’intima certezza, come inscritta nelle fibre del cuore: esiste, può esistere una risposta. La vita non è un accadere di fatti insensati, ma il luogo e il tempo di una chiamata, dello svolgersi di incontri e di relazioni, con gli altri e anche con Dio.

Dio chiama tutti e ciascuno a vivere in relazione con Sé. Ognuno trova il proprio modo di rispondere a questa chiamata. In questo senso la vita è anche, sempre, una vocazione.

Parola strana? Forse sì, parola oggi poco pronunciata, eppure da secoli patrimonio della tradizione spirituale del cristianesimo che annuncia un Dio che è Padre e dal quale ciascun uomo è chiamato a diventare figlio. Dio è per l’uomo, lo libera dal male e dalla morte per una vita di comunione infinita con Lui che è l’amore. L’iniziativa è, dunque, tutta divina, e rivela la grandezza di un amore che chiede di essere riamato.

In un certo senso la vita di ciascuno è come una grande domanda rispetto a cui Dio è l’assoluta e definitiva risposta. È domanda suscitata dalla grazia, cioè da Dio stesso che, per amore attrae a sé: in Dio l’uomo giunge alla verità di se stesso e alla relazione con Lui. Tutta la vita è allora tensione all’autenticità e alla pienezza: risposta a Dio. 

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Per nutrirci nel cammino

Seguendo lo schema degli scorsi anni, ecco le indicazioni relative ad alcuni “punti di non ritorno” che riteniamo di riproporre con convinzione e di offrire in modo particolare a quanti hanno un qualche ruolo di responsabilità all’interno della comunità parrocchiale.

Dietro a questi strumenti non ci sono solo aridi calendari, ma il tentativo di tradurre i contenuti che ci sono cari all’interno di saggi e ragionevoli percorsi formativi in grado di rispondere, per quanto possibile, alle sensibilità di ciascuno.

I Venerdì di Tabgha

Così concludeva Luciano Manicardi la relazione che ci ha tenuto lo scorso 10 ottobre 2020 a Bose:

«… guardate l’umanità di Gesù di Nazareth. Alla fin fine noi dobbiamo sempre e solo andare lì, e lì nell’umanità di Gesù voi trovate sintetizzato tutto quello che potreste e potremmo recepire e mettere in atto. Pensate ad esempio al rapporto di Gesù con gli animali e con le piante. Leggere i vangeli provando a interrogarsi su come Gesù dice, su cosa Gesù dice, su come Gesù reagisce di fronte a piante, animali. Non dice solo amatevi gli uni gli altri, dice guardate l’albero del fico, imparate dall’albero del fico; guardate gli uccelli del cielo. Invita anche ad uno sguardo contemplativo sulla realtà che diviene anch’essa magistero della presenza di Dio».

Per questo, per generare un ideale legame con quella meditazione e il cammino di questo anno pastorale la proposta per i Venerdì di Tabgha avrà come filo conduttore “l’umanità di Gesù”, convinti che se c’era qualcosa di straordinario in Gesù, questo fu il suo modo di essere uomo. A quel “modo” che ci ha raccontato il volto del Padre vogliamo tornare.

Ci troveremo alle ore 21.00 di ogni primo (con qualche eccezione) venerdì del mese, nella Chiesa dell’Assunta, secondo il seguente calendario:

  • 1° incontro: 8 Ottobre – L’umanità di Gesù
  • 2° incontro: 5 Novembre – Gesù, uomo di ascolto e di Parola
  • 3° incontro: 3 Dicembre – Lo sguardo e il silenzio di Gesù
  • 4° incontro: 14 Gennaio – Gesù, la sofferenza e la morte
  • 5° incontro: 4 Febbraio – La gioia e la felicità di Gesù
  • 6° incontro: 6 Maggio – Mitezza e collera di Gesù
  • 7° incontro: 3 Giugno – La preghiera di Gesù

Gruppi di Ascolto della Parola

“L’AMORE CHE CI UNISCE” la comunità in ascolto di Giovanni 13-17

«La lampada per illuminare i nostri passi è la Parola di Dio che la Sacra Scrittura rende accessibile a chi ascolta con animo semplice e grato. Propongo – scrive l’Arcivescovo nella lettera pastorale – che per questo anno pastorale 2021/2022 ascoltiamo, leggiamo, meditiamo i capitoli 13-17 del Vangelo di Giovanni. Si tratta di testi di straordinaria ricchezza di rivelazione. Tutti abbiamo bisogno di essere aiutati perché la parola di Gesù offerta nella testimonianza apostolica ci illumini, ci purifichi, ci raduni in unità». Questi brani del Vangelo di Giovanni sono parte dell’intenso dialogo di Gesù con gli apostoli nell’Ultima Cena. E ci orientano a vivere con passione l’amicizia con Gesù e i fratelli.

Come si svolge l’incontro nelle case? L’animatore utilizza una scheda di commento al brano biblico della serata a disposizione di tutti i partecipanti. L’incontro si apre con una preghiera che introduce all’Ascolto della Parola; dopo la lettura del brano proposto l’animatore, con l’aiuto della scheda, guida alla comprensione del testo, al suo approfondimento e ad alcuni orientamenti di vita, in dialogo con coloro che partecipano. Sono incontri che avvengono nelle case perché è più facile coinvolgere ed invitare anche persone che abitano nel palazzo o nelle vicinanze e che non verrebbero a un incontro in parrocchia.

Ci auguriamo sempre di poter aumentare il numero dei Gruppi ora attivi. Abbiamo anche bisogno di chi mette a disposizione la casa, ma soprattutto di persone che si aprano a questa proposta facendo anche gli animatori. Per questi è previsto un incontro preliminare di formazione e poi di preparazione ad ogni incontro. La proposta biblica segue l’itinerario indicato dall’Arcivescovo per i Gruppi di Ascolto di tutta la Diocesi grazie al sussidio dal titolo: “L’AMORE CHE CI UNISCE” la comunità in ascolto di Giovanni 13–17.

  • 1° incontro: «Tu lavi i piedi a me?» (Gv 13, 1-17). II Maestro ci purifica con il dono di sé.
  • 2° incontro: «Signore, chi è che ti tradisce?» (Gv 13, 21-38). II comandamento nuovo: l’amore senza condizioni.
  • 3° incontro: «Come possiamo conoscere la via?» (6v 14;1-4). Gesù via, verità e vita.
  • 4° incontro: «Come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?» (Gv 14, 15-31 e 15, 18-25). II cristiano e la vittoria di Gesù.
  • 5° incontro: «Se rimanete in me…» (Gv 15,1- 17). Vita nuova: la vite e i tralci.
  • 6° incontro: «Verrà a voi il Paràclito» (Gv 16, 1-15.21-23). Lo Spirito Santo, dono perfetto.
  • 7° incontro: «Perché siano una sola cosa» (Gv 17). La preghiera di Gesù per tutti noi.

La Parola di Dio della Domenica

Quest’anno possiamo immaginare di sperimentare l’offerta di un appuntamento settimanale di introduzione alla liturgia della Parola della domenica successiva, da tenersi nel prossimo tempo di Avvento ogni giovedì dalle ore 21.00 alle ore 22.00 presso i locali della casa canonica.

È una proposta che nasce da alcune richieste di parrocchiani, e che si colloca bene nelle indicazioni pastorali dell’Arcivescovo che hanno al centro l’Anno Liturgico: «la celebrazione del mistero di Cristo, che si distende nel tempo che viviamo, rinnova la grazia della presenza della Pasqua di Gesù, il dono dello Spirito». Ciò che scandisce i tempi e i ritmi dell’Anno Liturgico è la Parola di Dio proclamata nella celebrazione domenicale.

Cominceremmo, sperimentalmente, a vivere questo percorso liturgico nel periodo di Avvento, che introduce l’anno liturgico e ci fa rivivere il Mistero dell’Incarnazione.

Altri appuntamenti e percorsi da definire

Riguardano proposte decanali già sperimentate ad esempio a livello di dialogo ecumenico e interreligioso.

Sul piano parrocchiale non dimentichiamo che negli ultimi due anni i venerdì di maggio sono diventati l’ambito di approfondimento di alcuni aspetti del “credo”, mentre i giovedì delle settimane dopo la Pentecoste ci hanno permesso di approfondire la storia dell’antico Israele e i pilastri della liturgia cattolica. Valuteremo con il Consiglio Pastorale Parrocchiale se e quali tematiche fare oggetto di studio e di proposta formativa.

Inoltre, vorremmo allargare un paio di incontri del CPP nella forma dell’assemblea parrocchiale per mettere a tema il dovere dell’impegno sociale del cristiano, specie in quest’anno che condurrà alle elezioni della nuova Amministrazione Comunale.

Uscite, ritiri, pellegrinaggi

Si tratta di appuntamenti da mettere per tempo in agenda, se solo gli si riconosce un forte valore formativo ed aggregativo.

  • Bose 2 ottobre 2021. Anche quest’anno saremo ospiti della Comunità Monastica di Bose per una giornata di preghiera e riflessione. Un momento di pausa per meditare – con l’aiuto del priore Luciano Manicardi – su questo tema: La comune fraternità, radice della sinodalità nella missione della chiesa e della società della cura. Per affidare al Signore il nuovo anno pastorale e condividerne orientamenti e prospettive di fondo.
  • Esercizi spirituali di inizio quaresima (7-9-10 marzo 2022). A livello delle parrocchie del Decanato, ipotizzando abbinamenti per favorire quelle più piccole, proponiamo tre serate di introduzione al tempo della conversione, perché la Pasqua del 2022 ci trovi rinnovati nel cuore. Saremo guidati dalla parola saggia e competente di don Franco Manzi, docente di Sacra Scrittura del Seminario di Venegono.
  • Ritiro pre-Natale e pre-Pasqua. In vista delle grandi feste proponiamo una domenica pomeriggio di ritiro fatto di ascolto, silenzio, celebrazione e condivisione fraterna della cena. Prima del Natale: domenica 12 dicembre 2021. Prima della Pasqua: domenica delle Palme 10 aprile 2022.
  • Pellegrinaggio nella primavera 2022. In occasione del ponte del 25 aprile e del 1° maggio valuteremo l’opportunità di un breve pellegrinaggio con destinazione da definirsi.
  • Pellegrinaggio di fine agosto 2022. Se le condizioni sanitarie lo consentiranno la proposta del prossimo anno idealmente potrebbe riguardare la Turchia, terra di straordinaria ricchezza sia dal punto di vista cristiano che storico-archeologico. Culla della chiesa primitiva, vive ora una stagione delicata e sofferta, con una presenza cristiana ridotta ai minimi termini.

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Per concludere …

Non sappiamo ciò che ci riserverà il futuro. Certo, tutti auspichiamo che si possa tornare ad una qualche “normalità”, ma l’esperienza della pandemia non può non lasciarci in eredità la lucida consapevolezza che il Covid è stato un formidabile acceleratore di processi di cambiamento delle nostre comunità cristiane già in atto da tempo. Un parroco ha scritto recentemente che «è un tempo, il nostro, che ci chiede una fede enorme. Forse ci domanda – questo tempo – di tornare a credere in Dio (!) e non nelle nostre capacità, nei nostri mezzi o strutture che abbiamo creato in secoli di “Chiesa militante”».

E allora lasciate che traduca questo con le parole di un altro grande parroco, Primo Mazzolari: «Si deve aver paura non quando siamo legati alla croce, ma quando ne siamo sciolti e ci pare di star bene. Non la bonaccia, ma la tempesta è il tempo del cristiano: non la sanità, ma la malattia, non il successo, ma le persecuzioni… il remare duro e silenzioso per tener fronte alla tempesta, in nome di colui che, pur essendo addormentato, resta con noi e ci assicura, con la sua sola presenza, che alla fine la vittoria sarà di chi ha creduto e sperato…».

Ecco, siamo chiamati a proseguire il cammino nella certezza che Qualcuno è lì sulla nostra barca sballottata dalle onde, nella certezza che Dio sta preparando il suo e il nostro giorno, sta preparando un futuro che già ora esiste, anche se nascosto nel segreto di Dio: un appuntamento per il quale Lui sta lavorando, insieme a noi. Il cammino verso la croce, il cammino di Gesù ci dice che quel che conta non è che le cose vadano bene, ma che le si viva con fedeltà. Quando siamo fedeli, Dio è con noi, anche quando la vita, le circostanze, sembrano essere contro di noi.

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