Solennità di tutti i santi 2021

  1. Se ricordate, domenica scorsa ragionavamo sulla partecipazione di tutte le genti alla salvezza, su una dimensione che si giustifica non tanto per garantire la possibilità a tutti gli uomini di accedere al premio eterno, quanto sulla convinzione che la nostra fede, la conoscenza del Vangelo sia uno strumento di umanizzazione straordinario, un modo per rendere la vita nostra e quella di quanti condividono l’avventura umana qualcosa di così bello da essere offerto a quei figli che invece in questa stagione – almeno noi popoli occidentali – abbiamo dimenticato, non abbiamo più ritenuto di dovere mettere al mondo.
  2. Oggi, primo di novembre, la liturgia ci fa porre l’accento su un tema tanto bello quanto fonte di infiniti fraintendimenti. Un tema – quello della santità – che abbiamo relegato a questione dell’altro mondo finendo per aprire il varco a festività alternative e demenziali come ad es quella della notte di Halloween. Ebbene, mi piacerebbe stasera parlarvi della santità come di quanto di più feriale, normale e insieme affascinante l’esperienza cristiana porta con sé. Della santità come conseguenza diretta dell’appartenza a Cristo e alla Chiesa, come esito dell’essere stati “predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo”, scrive Paolo nella lettera ai Romani. Tradotto: la santità altro non è che quel cambiamento dei connotati che deriva dal prendere sul serio la nostra fede. Perché la fede in Gesù o ci cambia faccia, modifica la nostra umanità, oppure francamente non si capisce a che cosa possa servire. Il che significa che la fede in Gesù, cioè
    – la conoscenza di un Dio da chiamare col nome di “papà”,
    – la scoperta che ogni uomo è di conseguenza mio fratello (v. fratelli tutti),
    – il pensare al mondo e alla natura come alla nostra casa comune (v. laudato sì),
    – il sapere che al termine di questa vita ci aspetta un banchetto favoloso (v. domenica scorsa), …
    o riesce a trasformare le relazioni con Dio, con gli altri uomini, con il creato e questa trasformazione si rende visibile, tangibile, … oppure mi dovete spiegare per quale motivo la Chiesa è chiamata ad una azione missionaria. Per diventare più numerosi dei nostri avversari e comandare di più?
  3. Oggi celebriamo “tutti i santi”, dunque quelli che a giudizio della Chiesa hanno vissuto tutto questo in modo particolarmente eloquente e per questo vengono additati, indicati come modelli, ma anche come dimostrazione che la santità è cosa possibile a tutti. Assieme a loro oggi si celebrano anche quelli che solo la contabilità di Dio, quella che si basa su quanto gli uomini non sanno fare e cioè la lettura del cuore, è in grado di contare. Quelli che – sconosciuti ai più – ora partecipano del grande banchetto che tutti ci attende.
  4. La liturgia ci offre, attraverso la pagina delle beatitudini, il percorso sicuro da seguire perché la nostra vita sia bella e diventi più bella anche la vita di quanti abbiamo attorno a noi. Pensate…
    – … ai poveri in spirito che potremmo definire come i non presuntuosi, i non arroganti, quelli che sanno di aver bisogno di qualcuno che li sostenga;
    – … ai miti: quelli che in una discussione fan di tutto per non umiliare l’avversario, che pur avendo ragione non la usano come una clava per colpire chi ha torto; quelli che non potranno mai andare in televisione in certi dibattiti
    – … ai misericodiosi e a quelli che hanno fame e sete della giustizia: qualche giorno fa, leggevo un articolo della figlia di Aldo Moro che raccontava di un lavoro portato avanti in silenzio da 20 anni per mettere in contatto brigatisti rossi colpevoli di ignobili delitti e i familiari delle vittime: misericordia e giustizia
    – … agli operatori di pace che trovano il loro gusto nel far collaborare persone e realtà che spontaneamente non si parlerebbero nemmeno.
    Sono solo esempi, ma per dire come a prendere sul serio il Vangelo la tua vita cambia e cambia anche quella di chi ti sta attorno. Per dire che il Vangelo preso sul serio ti rende più umano, più paziente, più capace di stare accanto a chi soffre, più responsabile verso il bene comune, ultimamente più gioioso e più contento di vivere.
    Ecco perché la santità va diffusa e fatta apprezzare: perché rende il mondo più bello.
    Ecco perché la santità va liberata dalle immagini di madonnine infilzate o dall’idea che il santo è uno che ha rinunciato a godere della vita.
    Tutt’altro: la vita è troppo bella, troppo importante perché qualcuno la sprechi. Certo, bisogna che qualcuno riesca a mostrare che è proprio il Vangelo il fondamento di una vita diversa. E di questo Vangelo innamorarci e appassionarci ogni giorno di più.

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