
Quando la fede vissuta in modo autentico porta verso una fraternità universale
Lo scorso 12 novembre abbiamo potuto recuperare un appuntamento – sospeso a causa della pandemia – relativo al cammino di conoscenza, stima e rispetto intrapreso ormai da anni tra le chiese cattoliche di Sesto San Giovanni e la comunità islamica. Si è trattato della rappresentazione teatrale “Pierre e Mohamed” ispirata alla storia vera dell’amicizia tra mons. Pierre Claverie, Vescovo di Orano, e Mohamed Bouchikhi, il suo giovane autista musulmano. Morirono entrambi il 1 agosto 1996 in un attentato, durante il periodo del terrorismo islamico in Algeria.
Si è trattato di un momento molto intenso di riflessione e condivisione, alla presenza di un pubblico numeroso, eterogeneo e giovane. Un momento che da un lato si collegava con quanto vissuto nella stessa sala del Teatro Vittoria il … quando si sottoscrisse il “documento sulla fratellanza” che papa Francesco e l’Imam della Moschea di Al-a-Zhar avevano firmato poco prima ad Abu Dhabi. Dall’altra parte è servito per lanciare i passi programmati per questo anno che ci vedrà coinvolti sul tema “Insieme contro la violenza”.
Constatiamo tutti come la nostra società sia segnata da un diffuso aumento della violenza: nei linguaggi (ad es. nei social network), nei vari ambiti della vita quotidiana (pensiamo al dramma del maltrattamento domestico e al femminicidio), fino agli scenari internazionali e alla crisi ambientale. Colpisce la facilità con cui la ‘diversità’ scatena contrapposizioni e polarizzazioni. Anche le esperienze religiose non sono immuni dal contagio della violenza: l’uso strumentale della religione può amplificare situazioni di grande sofferenza come nel caso del terrorismo, delle guerre, dei nazionalismi identitari. Noi crediamo fortemente che l’esperienza della fede vissuta in modo autentico spalanchi invece verso la fraternità universale e, attraverso la pratica del dialogo e dell’accoglienza reciproca, possa aiutare a guarire dalla violenza e costruire una società più unita.
Per questo crediamo nel “dia-logo”, cioè nella forza della parola messa in mezzo alle nostre diversità e ai nostri conflitti.
Per questo ci prepariamo a celebrare il Natale di Gesù che parla della Parola, del Verbo di Dio che è stato posto in mezzo alle nostre case per pacificare il rapporto tra Dio e l’uomo e rendere più umana la vita sulla terra. Per questo, così preghiamo nel benedire le case:
Con la tua nascita, Gesù, hai stabilito
una relazione nuova
tra cielo e terra, tra Dio e gli uomini,
degli uomini tra loro.
Illumina, Signore Gesù, anche la nostra notte,
fatta di divisioni e di egoismo;
donaci speranza e forza
per un futuro di fraternità, di giustizia e di pace.
Don Roberto Davanzo
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