I MOMENTO
PER INTRODURCI
CANTO INIZIALE
SALUTO
Cel. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo
Tutti Amen
Cel. Il Signore che guida i nostri cuori
nell’amore e nella pazienza di Cristo,
sia con tutti voi
Tutti E con il tuo Spirito
INTRODUZIONE DEL TEMA
(sacerdote)
INVOCAZIONE ALLO SPIRITO
Salmo 27 (26)
Il Signore è mia luce e mia salvezza
di chi avrò paura?
il Signore è la forza della mia vita
di chi avrò timore?
Se vengono i malvagi contro di me
per lacerarmi la carne
sono essi, nemici e avversari
a inciampare e cadere.
Se un’armata si accampa contro di me
il mio cuore non teme
se infuria una battaglia contro di me
anche allora ho fiducia.
Una sola cosa ho chiesto al Signore
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita
contemplare la bellezza del Signore
cercarne la presenza.
Nel giorno del male mi offre un riparo
nella sua dimora
mi nasconde nel segreto della sua tenda
sulla roccia mi innalza.
E ora egli rialza la mia testa
sui nemici che mi attorniano,
andrò a celebrare nella sua tenda
il sacrificio di esultanza
innalzerò un canto al Signore
con inni di lode.
Signore, ascolta la mia voce, io grido
pietà di me, rispondi,
il mio cuore mi ridice il tuo invito:
«Cercate il mio volto!»
il tuo volto, Signore, io cerco
non nascondermi il tuo volto!
Non scacciare il tuo servo nella collera
sei tu il mio aiuto,
non mi lasciare, non mi abbandonare
o Dio mia salvezza
se mi abbandonano mio padre e mia madre
mi accoglie il Signore.
Mostrami la tua via e guidami, Signore
sul giusto cammino,
se mi insidiano non mi abbandonare
alle brame degli avversari
si levano contro di me falsi testimoni
e soffiano violenza.
Sono certo di contemplare la bellezza del Signore
sulla terra dei viventi
spera nel Signore, sii forte, rinsalda il cuore
spera nel Signore.
II MOMENTO
PER ADORARE
ESPOSIZIONE EUCARISTICA
CANTO
BREVE SILENZIO DI ADORAZIONE
III MOMENTO
IN ASCOLTO DELLA PAROLA
Dal Vangelo secondo Luca (19, 1-10)
1Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, 2quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. 5Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». 8Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 9Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. 10Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
OMELIA E PAUSA DI RIFLESSIONE
Premessa
Dopo l’ascoltare e il parlare di Gesù fissiamo ora l’attenzione sul suo guardare. Uno dei sensi che hanno in se stessi, nella loro materialità, una valenza spirituale. È attraverso i sensi che ci apriamo alla alterità, è attraverso i sensi che facciamo esperienza del mondo e degli altri. Una buona impostazione spirituale richiede di non opporre interiorità e materialità, sensi e spirito. Noi siamo il nostro corpo, non lo abbiamo soltanto. La nostra corporeità è il nostro modo di abitare il mondo. Nulla di spirituale avviene se non nel corpo.
Lo sguardo di Gesù
Tra i diversi sensi, lo sguardo ha un ruolo centrale. Nei vangeli spesso è citato lo sguardo di Gesù. Vivere è anche vedere ed essere visti. Il neonato apre gli occhi quando viene alla luce, al morto si chiudono gli occhi.
Per Simone Weil nel cristianesimo la salvezza sta nello sguardo. Nel vangelo l’occhio è la finestra che consente al cuore di rivolgersi all’esterno. Lo sguardo limpido, semplice, rivela un cuore puro. Come altrettanto l’occhio cattivo denota l’invidia, lo sguardo bieco e torvo che non sopporta la felicità dell’altro, la grandezza dell’altro.
Lo sguardo di Gesù nasce dalla sua esperienza umana. Cresciuto in una famiglia povera, ma non misera. È lo sguardo di un uomo in movimento, che sceglie una vita itinerante assieme ad un gruppo di uomini e donne (cfr. Lc 8, 1-3: “se ne andava per città e villaggi …”).
È il mondo che abbiamo vissuto che orienta il nostro sguardo.
Gesù sa vedere il grande nel piccolo. La donna che mette due spiccioli nel tesoro del tempio, ma che era tutto ciò che possedeva (cfr. Lc 21, 1-4). In quel gesto Gesù vedrà l’anticipazione di ciò che lui farà a breve, quando donerà tutta la sua vita. Gesù guardava “come” le persone mettevano le monete nel tempio. Guarda le cose dal basso.
Episodi evangelici
Lo sguardo di Gesù nei racconti di vocazione: Mc 1,16-20. Gesù “vede” Simone, Andrea, … e li chiama. Il suo è uno sguardo che chiede una risposta, che interpella. Che sembra imporsi: i chiamati immediatamente lasciano tutto e lo seguono. C’è la forza dell’uomo Gesù che si trasmette con lo sguardo. Pensiamo al suo sguardo su Matteo il pubblicano in Lc 5, 27-28. Che cosa avrà visto Levi nello sguardo di Gesù su di lui? Nella vocazione noi ci siamo in qualche modo visti dal Signore, visti e abbracciati. Uno sguardo che è anche una promessa, che sa dare un futuro, che dà vita e promette vita. Uno sguardo che chiama per nome e cambia la vita.
Mc 10, 17-22 l’uomo ricco cerca Gesù che, dopo avere chiesto “perché mi chiami buono: solo Dio è buono”, “fissò lo sguardo su di lui e lo amò”. In questo dialogo Gesù mostra la differenza tra seduzione ed educazione. Non ti tiro verso di me, ma ti libero verso il Signore. Gesù lo guarda intimamente, con simpatia e amore trasmessi dallo sguardo. Solo a questo punto gli mostra la sua povertà che può essere colmata da quel “vieni e seguimi”.
Gesù provoca l’uomo ad andare alla radice della sua ricerca. Così, malgrado la risposta negativa, si è sentito visto, riconosciuto, accolto.
Lo sguardo di Gesù è anche uno sguardo vulnerabile, che si lascia ferire dai bisogni della gente, ad es. dalla vedova di Nain (cfr. Lc 7, 11-17). Uno sguardo che diventa compassione (“Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione”). Vedere e provare compassione: un binomio inscindibile. Mc 6, 34: prima moltiplicazione dei pani, tentativo di ritiro in zona deserta, le folle li precedono, “vide che erano come pecore senza pastore e si mise ad insegnare …”. Lo sguardo di Gesù che si lascia ferire dal bisogno delle persone che prevale sul bisogno suo e dei suoi. Gesù cambia la sua programmazione, liberamente e per amore. Alla radice del nostro servizio ecclesiale è bene che ci sia l’amore per le persone, la compassione verso la propria gente. Uno sguardo di paternità, di maternità, dunque uno sguardo che dà vita, che genera.
Sguardo, giudizio, relazione con le persone. Per Romano Guardini le radici dell’occhio sono nel cuore e per questo – secondo Agostino – solo l’amore consente di vedere.
Lc 7, 36-50: Gesù e la prostituta a casa di Simone. La domanda di Gesù: “vedi questa donna?”. Aveva avuto il coraggio di esporsi in un consesso molto a rischio. Chissà quanta sofferenza aveva dentro. Sai vedere tutto questo oppure sei chiuso nei tuoi schemi? La prostituta, come l’emorroissa, vengono salvate dalla loro invisibilità.
Lc 19, 1-10. Zaccheo, uomo basso di statura “cercava di vedere Gesù”. Zaccheo assume il suo limite per trovare il suo cammino, primo passo di saggezza. Secondo passo: mettere in atto l’immaginazione, la creatività. Terzo passo: il coraggio di salire come un ragazzo su un albero, lui il temuto pubblicano, per esporsi al ridicolo. Ma lì fa la grande scoperta, quella di essere visto da Gesù: che prima di cercare lui Gesù, era da lui cercato.
Lo sguardo di Gesù è anche legato alle lacrime. Lc 19, 41: Gesù vede ciò che avverrà a Gerusalemme. Ma c’è anche lo sguardo di Gesù che provoca il pianto di altri. Lc 22, 61-62 Pietro, dopo aver per tre volte negato di aver conosciuto Gesù, “e, uscito fuori, pianse amaramente”.
Lo sguardo contemplativo della fiducia: Mt 6, 25-34. Uno sguardo di stupore verso la realtà per favorire una dimensione sapienziale. Gesù dimostra di avere osservato gli animali, le piante, la natura e per questo invita a fare altrettanto. Per imparare che non siamo il centro di tutto, ma in una grande comunione, accanto ad altre creature animali e vegetali, per imparare la nostra precarietà e la preziosità della bellezza.
Il silenzio di Gesù
Lo possiamo divedere in due capitoli: quello che Gesù contrappone alle domande pretestuose o inutili di chi finge di interrogarlo; quello che Gesù stesso impone a chi vorrebbe parlare di lui prima di averne intravisto la novità, che è la croce.
A questi due tipi di silenzio, i vangeli aggiungono il silenzio dell’ostinazione, di chi non si rende disponibile a riconoscere la verità annunciata da Gesù. Basti come esempio l’episodio di Mc 3, 1-6 dove alla domanda posta da Gesù nella sinagoga di Cafarnao se fosse meglio, di sabato, salvare una vita o perderla, i farisei non rispondono. A fronte di quel silenzio che parla di un cuore indurito l’evangelista annota l’indignazione di Gesù: “Guardandoli tutti attorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori” (3, 5).
Commovente e maestoso è il silenzio di Gesù di fronte ad Erode (Lc 23, 8-11) che lo interroga con “molte domande”. Ma sono domande curiose, superficiali, che non sorgono dal desiderio di verità, ma dalla speranza di vedere qualche prodigio. E Gesù non risponde.
A proposito di silenzio imposto a chi vuole divulgare la sua messianicità possiamo riferirci al vangelo di Marco (cfr. 1, 25.34) dove non permette ai demoni di parlare “perché lo conoscevano”. Non si può parlare del Messia finchè rischia di essere separato dalla croce.
Altro silenzio che causa stupore è quello di Gesù di fronte alla morte di Lazzaro (Gv 11). Gesù lascia cadere nel silenzio la domanda delle sorelle: “Signore, ecco, il tuo amico è malato” (11, 3). Gesù tace di fronte a una domanda che nasce dall’angoscia, a una domanda posta da una persona amata. Un comportamento sconcertante che in realtà è lo specchio del silenzio di Dio, un silenzio che Gesù stesso incontra nella sua preghiera nel Getzemani e nella sua domanda sulla croce.
Ci soffermiamo sul racconto del Getzemani (Mc 14, 32-42) nel quale Gesù si rivolge ai discepoli e al padre, senza che nessuno gli risponda. Illuminante il commento di Davide Maria Turoldo che in una delle sue ultime poesie raccolte nel volume dal titolo “Canti ultimi” sovrappone la sua esperienza di malato terminale a quella di Gesù. Ascoltiamola:
Ti invocava con tenerissimo nome:
la faccia a terra
e sassi e terra bagnati
da gocce di sangue;
le mani stringevano zolle
di erba e di fango
ripeteva la preghiera del mondo:
“Padre, Abbà, se possibile …”.
Solo un ramoscello d’olivo
dondolava sopra il suo capo
a un silenzioso vento …
Una preghiera che presenta il ritratto di Gesù e la fede cristiana. Ci sono la sofferenza e l’angoscia. E nell’angoscia l’invocazione di Gesù e del mondo, di ogni uomo: “Ripeteva la preghiera del mondo”. E nell’angoscia il miracolo di una fiducia incrollabile e tenerissima: “Ti invocava con tenerissimo nome”. E in tutto questo l’esperienza del “silenzio” del Padre: “Solo un ramoscello d’olivo / dondolava sopra il suo capo / a un silenzioso vento …”. Un silenzio che non dice la debolezza della fede, ma la profondità e l’umanità della fede, e porta al centro dell’uomo e della storia, là dove Dio e l’uomo sembrano contraddirsi, dove Dio sembra assente o distratto, dove la morte sembra avare l’ultima parola sulla vita e la menzogna sulla verità. Ma se compreso nel mistero di Cristo, allora il silenzio di Dio appare nella sua realtà, cioè come un diverso modo di parlare.
IV MOMENTO
PER PREGARE INSIEME
Contemplazione
Ecco il Signore viene
una voce risuona per noi dal deserto
nell’amore vegliamo, prepariamo la strada
al nostro Dio.
Ecco il Signore viene
la promessa del Padre sostiene l’attesa
la salvezza è vicina, la vediamo fra noi
Gesù il Messia.
Ecco il Signore viene
noi viviamo sedotti da questa speranza
già sul monte di Sion salgon tutte le genti
incontro al Padre.
Ecco il Signore viene
Chi è seduto sul trono e l’Agnello immolato
nello Spirito santo già riceve la lode
da ogni uomo.
(Innario di Bose, Avvento)
Cel. Introduce il Padre nostro
T. Padre Nostro
COMUNIONE
BENEDIZIONE
Cel. Preghiamo
Ascolta, o Dio, la nostra implorazione
E fa’ risplendere la luce della tua verità
Sul popolo che ti sei scelto,
radunandolo da tutte le terre.
Per Cristo nostro Signore.
Tutti Amen.
Tutti Amen
Cel. Il Signore sia con voi
Tutti E con il tuo spirito. Kyrie eleison (3v)
Cel. Diamo lode al Signore
Tutti Rendiamo grazie a Dio
CANTO DI BENEDIZIONE
Cel. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.
Tutti Amen
CANTO
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