Circoncisione del Signore
- Tre temi si intrecciano in questa celebrazione che potremmo sottotitolare “Gesù ebreo, principe della pace”. Partiamo dal calendario civile. Per tutti oggi è Capodanno e, seppure in modo implicito, la prima lettura si adatta a pennello a questo giorno. Si tratta di un’antichissima formula di benedizione e trovo molto bello che in questo inizio di anno scenda su tutti la parola della benedizione. Non una parola di maledizione, di condanna, di rimprovero, di minaccia … Nessuna di queste parole – talvolta necessarie a noi umani un po’ testoni e qualche volta anche cattivi – troviamo nel cuore di Dio sulla soglia del nuovo anno. Dio benedice, parla bene dei suoi figli e delle sue figlie. Ci saranno, nei giorni che verranno, pagine severe e di ammonimento trattandosi di un Padre che ama i suoi figli e dunque li corregge. Ma oggi la sua è parola di benedizione. Non solo di augurio, come facciamo noi. E sarebbe bello che imparassimo a dire insieme “auguri e benedizione”: dire solo “auguri” è affidarsi agli eventi, al caso, al fato. Dire “ti benedico” è metterci la faccia, compromettersi, impegnarsi con le persone a dire bene di loro, a pensare bene di loro. E lo possiamo fare proprio perché Dio ha fatto “risplendere il suo volto”, mostrandosi nel volto del bambino di Betlemme.
- Dopo il calendario civile, quello liturgico. Sono trascorsi otto giorni dal Natale di Gesù e secondo la legge di Mosè il figlio maschio doveva essere sottoposto alla circoncisione. Si trattava di una pratica igienica diffusa anche in altre culture dell’area medio-orientale, ma che in Israele era diventata segno dell’alleanza tra il popolo (rappresentato dai figli maschi) e Dio. Un Dio che vuole che il vincolo di alleanza e di reciproca appartenenza, sia iscritto indelebilmente nella carne. Attenti bene: non un marchio a fuoco che dica proprietà (come avviene per il bestiame), ma nemmeno un marchio che dica disprezzo come il numero che i nazisti tatuavano sul braccio degli internati nei campi di sterminio. La circoncisione è il segno che Gesù appartiene al popolo ebraico, che è discendente di Abramo e dunque che ad un cristiano non sarà mai lecito coltivare ideologie razziste ed antisemite che purtroppo rinascono anche nel nostro tempo. Non si può essere cristiani senza essere anche un po’ ebrei …
- Infine, questo giorno celebra la Giornata Mondiale della pace. Fu san Paolo VI che la istituì nel 1968 perché si diffondesse il rifiuto della guerra come mezzo di soluzione dei conflitti tra i popoli. Anche quest’anno papa Francesco ha offerto un messaggio che non si accontenta di pronunciare parole ferme contro guerra, ma che offre indicazioni di cammino, vie da percorrere perchè si pongano le premesse per una pace duratura. Nel messaggio si parla di “architettura” della pace che compete alle diverse istituzioni della società, e di un “artigianato” della pace che coinvolge ciascuno di noi, nelle sue scelte, azioni, pensieri. Ebbene, tre sono le vie che Francesco suggerisce per una pace duratura e su cui torneremo nella veglia dell’1 pomeriggio:
- il dialogo tra le generazioni in cui la memoria rappresentata dagli anziani e la tensione al futuro che sono i giovani imparino a stimarsi per meglio affrontare le difficoltà e i momenti difficili come quello che stiamo vivendo;
- l’istruzione e l’educazione che vanno viste come investimenti e non come costi; il papa denuncia che le spese militari sono aumentate in modo vertiginoso ed auspica che si assista ad una inversione del rapporto tra gli investimenti pubblici nell’educazione ed i fondi destinati agli armamenti;
- il lavoro per una piena realizzazione della dignità umana, per la costruzione della giustizia e della solidarietà promuovendo un giusto equilibrio tra libertà economica e giustizia sociale.
- Rinfrancati da queste parole e illuminati da questa benedizione possiamo di cuore augurarci il buon anno.
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