IV Domenica di Pasqua – I Comunione

  1. Questa domenica da anni è chiamata “la giornata mondiale di preghiera per le cosiddette vocazioni di speciale consacrazione al Signore”. E mi piace partire da questa ricorrenza per capire meglio il significato dell’appuntamento cui vi state preparando – ragazzi e genitori – da due anni. Perché facciamo la “prima comunione”, perché diamo tanta importanza a questo primo incontro col Signore Gesù presente nel pane dell’eucaristia?
  1. A me pare di poter dire che la prima comunione è molto importante nel cammino di crescita di un ragazzo, di una ragazza, perché se vissuta bene, se vissuta come appuntamento settimanale, se da questa volta cercherete di capirla nel suo significato vero, se non sarà stata solo una bella abitudine, … allora da questo momento voi potrete ricavare – passo dopo passo – l’aiuto per scoprire quale sia la vostra vocazione, per che cosa siete venuti al mondo, quale è il vostro posto nel mondo. Non si tratta solo di rispondere alla domanda “che cosa voglio fare da grande”, ma comprendere “che cosa il Signore Gesù ha in mente per me, che cosa mi farà veramente felice nella mia vita di adulto”.
  1. Noi facciamo la comunione per fare comunione con Gesù, per averlo e sentirlo amico, per imparare a pensare come lui, per arrivare anche un po’ a vivere come lui. E a furia di stare con lui certamente capiremo a che cosa ci chiama, che cosa gli fa piacere e che cosa potrà renderci felici: vocazione viene da un verbo latino che significa “chiamare”. E una volta che capiremo a che cosa ci chiama cercheremo anche di rispondere. E certamente, se ci abitueremo a pensare che il Signore chiama ciascuno di noi per qualcosa di speciale, ci accorgeremo anche che questo qualcosa di speciale per qualcuno potrebbe essere il dedicargli tutta la vita e di regalarla ai fratelli e alle sorelle più sfortunate. Ed in questo caso, voi genitori, come reagireste?
  1. Una breve riflessione la possiamo fare a partire dal vangelo di questa domenica che ci dà tre informazioni grandiose:
  • “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”: se siamo qui oggi, se abbiamo avuto la possibilità di conoscere Gesù e di averlo come amico è perché lui ci ha scelto, ha pensato a noi e dunque la nostra vita non la viviamo per caso, ma come dialogo con lui; lui a noi ci tiene, ci pensa, ha bisogno di ciascuno di noi, non siamo dei numeri
  • “Non vi chiamo più servi, … ma vi ho chiamati amici”: un Dio che non è un padrone, ma un amico di cui fidarci visto che lui ha dato la sua vita per noi
  1. “Questo è il mio comandamento: che vi amiate come io ho amato voi”: l’amore non è una cosa impossibile, perché prima di chiedercelo ce lo ha donato. La storia del mondo può cambiare, nelle vene del mondo c’è un sangue buono: l’amore che Gesù ci ha donato e che ci chiede di far circolare. Un amore con cui siamo stati voluti bene, in modo universale e incondizionato. Universale perché non c’è uomo o donna che appaia sulla faccia della terra che non sia oggetto dell’amore di Dio. Anche il più delinquente. Universale perché non ci è lecito costituire sette, conventicole, … con la presunzione di essere migliori, più santi, più meritevoli dell’amore di Dio. Se mai Dio fa una preferenza, la fa per i più miscredenti, per i più lontani, … Come una mamma col figlio più disgraziato. Insieme, un amore incondizionato, perché se avesse atteso che noi il suo amore ce lo fossimo meritato, sarebbe ancora lì ad aspettare. Vuol dire che ci vuol bene anche se non lo sappiamo, anche se siamo così pazzi da non volerne trarre le conseguenze, anche se lo rifiutiamo.
  1. Fare la prima comunione significa entrare in amicizia con un Dio che ci ama così…

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