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V Domenica di Pasqua – I Comunione
- Siamo proprio fortunati a potere celebrare la festa delle prime comunioni in una domenica in cui la chiesa ci propone delle letture così belle, anche se impegnative. Letture che ci aiutano a capire meglio il perché di questo appuntamento cui vi state praparando – genitori e fanciulli – da due anni. Un appuntamento che è festa per voi e le vostre famiglie, ma che è importante anche per noi adulti, parrocchiani, che la prima comunione l’abbiamo fatta tanti anni fa e che di fronte a voi dobbiamo chiederci: che cosa ne abbiamo fatto di quella prima comunione, che cosa abbiamo imparato da allora, che cosa è cambiato in noi?
- Se ci facciamo la domanda sul “perché” della prima comunione possiamo trovare una risposta nello splendido quadro che ci propone la prima lettura. Siamo nella chiesa di Gerusalemme, i primissimi anni dopo la Pasqua di Gesù. L’autore degli Atti ci racconta che quei cristiani si caratterizzavano per una inaudita “comunione” che riguardava il cuore, l’anima, ma anche i loro beni, le loro ricchezze. Al punto che “nessuno tra di loro era bisognoso”. Capite, una comunione con Gesù morto e risorto che si trasformava in una comunione tra di loro che li rendeva simpatici e apprezzati: “tutti godevano di grande favore”. Questo significa che fare la prima comunione è fare un gesto molto impegnativo, molto scomodo, quasi rivoluzionario: significa sentire che da questo momento non potrai più pensare solo a te e che di comunione in comunione, di domenica in domenica, siamo tutti chiamati a imparare a condividere … il nostro tempo, i nostri sentimenti, i nostri progetti, le nostre ricchezze.
- L’eucaristia è forse la cosa più difficile e preziosa che Gesù ci ha lasciato. Credere che in un pezzettino di pane sia presente il mistero stesso di Gesù morto e risorto può sembrare una cosa da folli. Ma Gesù si aspetta che anche chi non ci crede, chi è lontano dalla fede, chi appartiene ad un’altra religione, possa essere toccato dal mistero dell’eucaristia. E questo può accadere se quelli che mangiano di questo pane impareranno a farsi un po’ mangiare dagli altri, diventeranno buoni come il pane e mostreranno che proprio a furia di fare questo smetteranno di pensare solo a se stessi e riusciranno sempre più a condividere ciò che loro sono, ciò che loro hanno. A far vedere che il pane dell’eucaristia ha una forza straordinaria, la forza di cambiare il mondo.
- Nel vangelo di oggi c’è una frase di Gesù che vorrei lasciarvi come ricordo: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”. Ricaviamo due indicazioni. La prima è che i discepoli di Gesù non possono stare nascosti, non possono essere invisibili, devono farsi riconoscere da tutti, dice Gesù. Il problema – ed è la seconda indicazione – riguarda il come di questa visibilità, di questo riconoscimento. Non sbandierando croci o rosari, non riempiendoci la bocca di parole religiose, ma imparando giorno dopo giorno, comunione dopo comunione, a volerci bene, ad amarci, a sopportarci, ad aiutarci, … come ha fatto lui, grazie al fatto che lui ci ha voluto bene. Facciamo comunione con Gesù per diventare capaci di fare comunione con gli altri, familiari, compagni di classe e di gioco, persone lontane e sconosciute.
Questo sarà il frutto più bello della vostra prima comunione!
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