V Domenica di Pasqua – I Comunione

  1. Siamo proprio fortunati a potere celebrare la festa delle prime comunioni in una domenica in cui la chiesa ci propone delle letture così belle, anche se impegnative. Letture che ci aiutano a capire meglio il perché di questo appuntamento cui vi state praparando – genitori e fanciulli – da due anni. Un appuntamento che è festa per voi e le vostre famiglie, ma che è importante anche per noi adulti, parrocchiani, che la prima comunione l’abbiamo fatta tanti anni fa e che di fronte a voi dobbiamo chiederci: che cosa ne abbiamo fatto di quella prima comunione, che cosa abbiamo imparato da allora, che cosa è cambiato in noi?
  1. Se ci facciamo la domanda sul “perché” della prima comunione possiamo trovare una risposta nello splendido quadro che ci propone la prima lettura. Siamo nella chiesa di Gerusalemme, i primissimi anni dopo la Pasqua di Gesù. L’autore degli Atti ci racconta che quei cristiani si caratterizzavano per una inaudita “comunione” che riguardava il cuore, l’anima, ma anche i loro beni, le loro ricchezze. Al punto che “nessuno tra di loro era bisognoso”. Capite, una comunione con Gesù morto e risorto che si trasformava in una comunione tra di loro che li rendeva simpatici e apprezzati: “tutti godevano di grande favore”. Questo significa che fare la prima comunione è fare un gesto molto impegnativo, molto scomodo, quasi rivoluzionario: significa sentire che da questo momento non potrai più pensare solo a te e che di comunione in comunione, di domenica in domenica, siamo tutti chiamati a imparare a condividere … il nostro tempo, i nostri sentimenti, i nostri progetti, le nostre ricchezze.
  1. L’eucaristia è forse la cosa più difficile e preziosa che Gesù ci ha lasciato. Credere che in un pezzettino di pane sia presente il mistero stesso di Gesù morto e risorto può sembrare una cosa da folli. Ma Gesù si aspetta che anche chi non ci crede, chi è lontano dalla fede, chi appartiene ad un’altra religione, possa essere toccato dal mistero dell’eucaristia. E questo può accadere se quelli che mangiano di questo pane impareranno a farsi un po’ mangiare dagli altri, diventeranno buoni come il pane e mostreranno che proprio a furia di fare questo smetteranno di pensare solo a se stessi e riusciranno sempre più a condividere ciò che loro sono, ciò che loro hanno. A far vedere che il pane dell’eucaristia ha una forza straordinaria, la forza di cambiare il mondo.
  1. Nel vangelo di oggi c’è una frase di Gesù che vorrei lasciarvi come ricordo: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”. Ricaviamo due indicazioni. La prima è che i discepoli di Gesù non possono stare nascosti, non possono essere invisibili, devono farsi riconoscere da tutti, dice Gesù. Il problema – ed è la seconda indicazione – riguarda il come di questa visibilità, di questo riconoscimento. Non sbandierando croci o rosari, non riempiendoci la bocca di parole religiose, ma imparando giorno dopo giorno, comunione dopo comunione, a volerci bene, ad amarci, a sopportarci, ad aiutarci, … come ha fatto lui, grazie al fatto che lui ci ha voluto bene. Facciamo comunione con Gesù per diventare capaci di fare comunione con gli altri, familiari, compagni di classe e di gioco, persone lontane e sconosciute. 
    Questo sarà il frutto più bello della vostra prima comunione!

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