
SESTO SAN GIOVANNI: IL PALAZZO COMUNALE MUNICIPIO
Una città per la pace
Nel cammino verso una riconquistata normalità, l’appuntamento della messa celebrata alla vigilia della festa nella parrocchia dedicata al santo patrono della città è tornato ad essere momento apprezzato e frequentato. Quest’anno il calendario lo ha provvidenzialmente collocato nell’imminenza del ballottaggio dal quale sarebbe scaturita la squadra che governerà la città per i prossimi cinque anni. Dunque, un appuntamento che portava in sé la carica di un augurio e di un auspicio di bene per tutti gli abitanti di Sesto San Giovanni.
Secondo una tradizione ormai consolidata, in quell’occasione è stata consegnata la “lettera” che ormai da alcuni anni dà sostanza a questo momento di festa. Una “lettera” che si pone come un contributo sapienziale, un dono che la comunità cristiana offre «a tutti i suoi abitanti, cittadini storici e nuovi arrivati: cristiani, seguaci di altre confessioni religiose e chi non professa alcuna fede, come pure alle realtà sociali, alle forze politiche e agli amministratori».
La “lettera” di quest’anno prende le mosse dalla drammatica situazione che segna questo nostro tempo, tempo di inquietudine e di responsabilità. Se la pandemia è – auspicabilmente – alle nostre spalle, davanti a noi si pone questa “nuova pandemia” caratterizzata non solo dal conflitto russo-ucraino, ma anche dalla corsa agli armamenti che sta portando con sé e dalle pesanti conseguenze economiche che rischiano di destabilizzare la pace sociale di numerosi paesi.
Di fronte a queste inquietudini, le comunità cristiane si pongono non solo sul piano di proclami e suggerimenti, ma come laboratori nei quali praticare ed affinare parole come “dialogo”, “accoglienza ed inclusione”, “partecipazione”. Parole da pronunciare nei nostri ambiti, perché risuonino anche fuori delle nostre chiese al fine di favorire «uno stile di cittadinanza e di politica capace di costruire una società unita».
In seconda battuta la “lettera” invita a sconfiggere la tentazione di «ripiegarsi egoisticamente su sé stessi, alimentando particolarismi e nazionalismi talvolta violenti e pericolosi». Dunque, «la seconda grande sfida per le città è quindi quella di dilatare lo sguardo e aprirsi ad un orizzonte “mondiale”». E così continua: «La città di Sesto San Giovanni ha da sempre avuto una vocazione a guardare oltre sé stessa. Tanti passaggi storici l’hanno segnata in questa direzione: le migrazioni, che l’hanno resa un autentico crogiolo di culture; la partecipazione alla Resistenza contro il nazifascismo e l’esperienza della deportazione di molti cittadini; le battaglie per i diritti del lavoro, che hanno sempre avuto una risonanza nazionale ed oltre. La società civile della città e le sue Associazioni hanno sempre avuto un respiro fortemente “mondialista” e la “sestesità” si è caratterizzata come la capacità di vivere la “solidarietà nelle differenze”». Per questo motivo e per fedeltà alla propria tradizione, non è velleitario auspicare «una politica che sappia stare all’altezza di questa storia… Una politica che rifugga tentazioni di ripiegamento, di chiusura o di esclusione. Una politica alta che sappia coniugare la ferialità con la mondialità».
Animati da queste convinzioni ci mettiamo a disposizione con i doni che ci caratterizzano: il cammino verso una partecipazione sinodale che renda le nostre comunità luoghi in cui «l’ascolto, l’accoglienza e l’inclusione diventino lo stile»; la sollecitazione ad una riflessione attenta e diffusa sul disarmo nucleare perché anche l’Italia aderisca al Trattato ONU per la messa al bando delle armi nucleari.
Buona festa di san Giovanni Battista 2022.
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