
Gli Orientamenti Pastorali per l’anno 2022-2023
È ormai tradizione che all’inizio dell’anno pastorale vengano offerte ai fedeli della nostra Parrocchia di Santo Stefano alcune pagine che tentano di evidenziare le priorità e le scelte che caratterizzeranno i mesi successivi. Certo, alcuni appuntamenti ed adempimenti fanno parte della vita di una Parrocchia, senza bisogno di renderli oggetto di programmazioni particolari. Ma è altrettanto vero che ogni anno è diverso dal precedente e che l’impegno a superare il rischio del “si è sempre fatto così” deve caratterizzare le nostre comunità che subiscono il clima culturale e sociale in cui sono inserite, condividendo le speranze e le preoccupazioni di quanti vivono al nostro fianco, credenti o meno.
Il titolo parla dunque di una dimensione dinamica da dare alla nostra esperienza di fede, consapevoli che – come recita il sottotitolo – siamo alla ricerca di “nuove vie, nuove forme e nuovi stili per essere discepoli di Gesù dentro una Chiesa che non è più quella che abbiamo conosciuto finora”. Una ricerca da effettuare non dietro ad una scrivania, ma camminando, insieme, con sistematicità. Di qui le proposte che vengono dalla Chiesa universale (una bellissima riflessione sulla formazione alla liturgia dal titolo “Desiderio desideravi”) e dal nostro Vescovo Mario (la Proposta Pastorale “Kyrie, Alleluia, Amen” per una preghiera capace di dare spessore e qualità alle tante nostre iniziative vissute con un “attivismo confuso ed ansioso”).
A partire da questi che chiamiamo “punti di riferimento” elenchiamo “snodi e priorità” che derivano anche da temi affrontati lo scorso anno negli incontri del Consiglio Pastorale Parrocchiale: il rapporto tra oratorio San Luigi e scuola Santa Caterina, la formazione socio-politica, il dialogo ecumenico ed interreligioso, il cammino verso le Assemblee Sinodali Decanali, le prospettive per la Caritas parrocchiale e la questione delle strutture parrocchiali da dismettere o mantenere.
Ma perché non si rischi di pensare alla vita di una Parrocchia come ad un insieme di adempimenti, di cose da fare, ecco che il quarto capitolo offre tutta una serie di opportunità formative, di occasioni di nutrimento, che vanno dal tradizionale percorso dei primi venerdì del mese (quest’anno dedicati ad approfondire la figura ed il pensiero di san Charles de Foucauld, canonizzato lo scorso maggio) alla catechesi per adulti finalizzata al rilancio dei Gruppi di Ascolto della Parola sul tema della preghiera, in particolare della “Preghiera di Gesù”. A mo’ di corollario, le proposte a livello decanale e la serie di uscite, ritiri e pellegrinaggi ad oggi programmabili.
Benchè segnata da grande incertezza, questa stagione della Chiesa non ci può vedere fermi. Benchè da molti questo tempo che stiamo vivendo sia connotato in termini di “crisi”, la vera domanda è “come vivere evangelicamente nella crisi”, senza accontentarsi di sopravvivere, rinunciando alla tentazione del “conteggio” che ci espone solo alla frustrazione, ma dedicandoci al “contagio”. E mi piace concludere con le parole di Erio Castellucci, Vescovo di Modena-Nonantola e Carpi: “La Chiesa non cresce a forza di numeri, ma per contagio, per testimonianza… la fede si trasmette per attrazione. Essere in tanti, fare impressione, non significa molto se non mettiamo radici profonde. Quanti siamo a messa? Quante visualizzazioni ha ricevuto la predica? Quanti sono iscritti al ritiro parrocchiale? Sono domande forse utili, ma senz’altro secondarie. Non servono a vivere da cristiani felici… la domanda essenziale per un cristiano è: come posso farmi contagiare dalla gioia del Vangelo, per essere contento e poi, a mia volta, contagioso?”.
Don Roberto Davanzo
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