ANCORA IN VIAGGIO … verso il Signore che ci corre incontro perché ha bisogno del nostro sì
- I pittori, soprattutto i maestri del Rinascimento hanno dipinto questa scena in molti suggestivi modi. Maria, avvolta in abiti preziosi, inginocchiata, ha tra le mani un libro certamente devoto e così riceve la visita dell’Angelo. Cornice bellissima ma forse lontana dalla verità. Povera era l’abitazione, più grotta che casa, modesto l’abito di Maria certamente intenta ai lavori quotidiani. Eppure, proprio in questa cornice dimessa avviene l’evento sorgivo della fede cristiana: l’incarnazione. Il Dio altissimo dal quale sono tutte le cose entra nella storia e questo evento che riguarda Dio e la sua storia con l’uomo viene raccontato da Luca in modo molto “laico”.
Siamo lontani da Gerusalemme in un villaggio, in una abitazione qualunque e non nel tempio, protagonista una giovane donna, non un sacerdote, intenta ai lavori domestici e non all’esercizio del culto. A dire che il Tempio di Gerusalemme non è più il luogo della divina presenza ma lo è il corpo di questa giovane donna.
Non solo. Il dialogo tra l’Angelo e Maria é sorprendente perché ci svela l’incerto e faticoso cammino di fede di questa donna, chiamata a essere la madre del Messia.
Luca non ci ha nascosto il turbamento che prende Maria al saluto dell’Angelo che in Lei suscita interrogativi: “Ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto”. E all’Angelo che le rivela il disegno di Dio su di lei ancora Maria replica con una domanda: “Come avverrà questo…?”. Certo, il dialogo si conclude con la parola dell’affidamento incondizionato a Dio e alla sua Parola, ma l’affidamento è quello di un cuore che ha conosciuto il turbamento e il dubbio. A dimostrazione che quello di Maria era un cuore libero, non soggiogato da una forza invincibile, un cuore libero e che è segnato dalla fatica e dall’incertezza dell’interrogare.
Possiamo immaginare che in Maria, come in ciascuno di noi, fede e dubbi convivono e – per riprendere la suggestiva indicazione del cardinale Martini – un credente e un non credente coabitano in noi, si interrogano, si confrontano, si scontrano.
Quante volte invece finiamo per considerare i dubbi che ci inquietano come vere e proprie colpe al punto da chiederne perdono nella confessione. L’incerto percorso di Maria può riconciliarci con le nostre fatiche a credere, con le esitazioni che ci trattengono dall’abbandono fiducioso a Dio che ci interpella.
- Malgrado questi dubbi Il Vangelo dell’Annunciazione ci parla di una decisione che condurrà Maria a vivere una vita di dono, di servizio, fino a giungere ai piedi della Croce.
E “decidere” per noi uomini e donne del terzo millennio, appare sempre più come qualcosa di insopportabile, noi che vorremmo tenere i piedi in molte scarpe. Abbiamo paura, se decidiamo per qualcosa, di finire per legarci a quella prospettiva e non essere più liberi. Ma, grazie alla decisione di Maria, in lei Dio in persona si fa nostro compagno di viaggio. E lo fa innamorandosi di una ragazza, osando una vera e propria proposta d’amore: desidero che tu sia la madre di mio Figlio. E lo fa “entrando da lei”, regalando a Maria il cuore stesso della propria gioia: “Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te”.
Davanti alla divina maternità di Maria non è più possibile parlare di un Dio che viene o di un Dio che verrà. Neppure di un Dio che ti sta accanto. A partire da Maria Dio vuole ormai stare dentro di te. “Il Signore è con te” significa che Dio, cioè il Signore del mondo, ormai sta dentro di te. Da qui prende inizio la gioia di Maria: portarsi dentro Dio, sentendosi invasa dalla sua presenza. Carne della sua carne, vita della sua vita.
- Non so se Maria avrà visto materialmente uno di quegli esseri che chiamiamo angeli, cioè messaggeri. Forse ha solo trovato il “messaggio” nelle profezie che stava leggendo, forse le è balenato all’improvviso alla mente che poteva essere lei la madre di questo salvatore promesso, forse ha avuto qualche segno preciso e inequivocabile che era davvero così, forse ha capito tutto pian piano nel corso di una vita, attraversando ipotesi, dubbi, intuizioni. Pure il meraviglioso “racconto” dell’Annunciazione ci presenta una donna che è sorpresa e turbata, che chiede ragioni, che ha bisogno di “segni”, e che solo alla fine, quando le pare di aver capito quanto basta, dice: “Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola”. Forse a questo punto apparirà meno astratto e alla fine più “umano” capire cosa significhi il termine Incarnazione, e come esso si sposi con la maternità “divina”. Non sappiamo come sono andate le cose quel giorno. Di certo, come cantava uno dei maggiori cantautori italiani, Maria avrà percepito che Dio le parlava, la interpellava, la chiamava: “Parole confuse nella mia mente, svanite in un sogno, ma impresse nel ventre”. A quelle parole forse confuse Maria disse di sì. E noi per questo le saremo in eterno riconoscenti e grati.
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