1° MOMENTO – PER INTRODURCI
CANTO INIZIALE
SALUTO
Cel. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo
Tutti Amen
Cel. Il Signore che guida i nostri cuori nell’amore e nella pazienza di Cristo, sia con tutti voi
Tutti E con il tuo Spirito
INTRODUZIONE DEL TEMA
INVOCAZIONE ALLO SPIRITO
Con le parole di fr Charles
Tutti E con il tuo Spirito
Lettore: Poiché tu sei sempre con noi, mediante l’immensità della tua essenza, custodiamo incessantemente il pensiero della tua presenza con rispetto, con amore, con gioia,
Tutti: parliamo incessantemente a Colui che è sempre in noi, con noi, preghiamolo incessantemente, guardiamolo incessantemente, sforziamoci incessantemente di non fargli dispiacere, di piacergli sempre il più possibile.
Lettore: Poiché tu sei sempre con noi mediante la tua scienza, cerchiamo di piacere incessantemente a colui che amiamo e che incessantemente ci vede, di provare lungo tutti gli istanti della nostra vita il nostro amore a questo beneamato che incessantemente ci guarda,
Tutti: di essere in pensieri, parole e azioni, in tutti gli istanti della nostra vita, quel che vuole che siamo il divino beneamato.
Lettore: Poiché tu sei sempre con noi mediante la tua Provvidenza, che ci protegge, ci sostiene incessantemente, stiamo incessantemente con te, mediante la nostra riconoscenza;
Tutti: la nostra anima sia piena di gratitudine, o mio Dio, e questa gratitudine continua trabocchi in tutta la nostra vita.
2° MOMENTO – PER ADORARE
ESPOSIZIONE EUCARISTICA
CANTO DI ESPOSIZIONE
BREVE SILENZIO DI ADORAZIONE
3° MOMENTO – PER ASCOLTARE
La preghiera
Sin dai tempi della preghiera accorata e tormentata con cui invocava la verità e chiedeva a Dio di manifestarsi nella sua vita, Charles de Foucauld ricerca un rapporto diretto e sincero con il Signore. La sua preghiera, poi, alla scuola del maestro, maturerà e diventerà sinonimo di dimorare in Dio e lasciare che egli viva nella sua anima, accogliendo i doni della grazia e accettando, con infinita docilità e dolcezza, di vivere come un seme che muore nel campo per dare frutto, alla maniera di Gesù.
In una delle sue meditazioni sul vangelo di Luca, Charles ha un’intuizione che fa pronunciare a Gesù: «Pregare, voi lo vedete, è soprattutto pensare a me, amandomi… Più mi si ama, meglio si prega». Pensare a Gesù, amandolo: questa è in sintesi la preghiera, qualsiasi forma essa assuma:
Qualunque sia il genere di preghiera, pura contemplazione, semplice sguardo gettato su Dio, meditazione, riflessione, dialogo dell’anima con Dio, effusione dell’anima in Dio, preghiere vocali di ogni specie, ecc.… in tutti questi generi e in tutti gli altri ciò che deve dominare nella preghiera sempre, sempre, è l’amore.
L’amore per Gesù si incarna nella preghiera, forma concreta del desiderio di stare il più possibile con lui nella frequentazione assidua delle Scritture e nell’adorazione dell’Eucaristia.
Parole adoranti
La lettura e il commento delle Scritture, in particolare del Vangelo, sono esercizio costante, pratica desiderata e consigliata che anima i giorni. La preghiera a partire dalla Parola sfocia poi nell’adorazione. È davanti al tabernacolo, nell’intimo dialogo con Gesù, adorato nel sacramento dell’Eucaristia che ogni testo letto, recitato e studiato assume per Charles un valore nuovo. Il tempo trascorso leggendo e scrivendo, meditando e riflettendo, si caratterizza allora come un tempo di confidenza silenziosa e arricchente.
Per Charles adorare è stare ai piedi di Gesù, come un discepolo felice di rimanere alla presenza del maestro, nutrendosi della sua Parola. Una compagnia che non verrà mai meno, neppure quando, nell’ultimo periodo della sua vita, abiterà il deserto del Sahara: «Gesù rimane: Gesù, lo Sposo immortale che ci ama come nessun cuore umano può amare; rimane ora, rimarrà sempre. Ci ha sempre amati, ci ama in questo istante, ci amerà fino al nostro ultimo respiro, e, se non respingiamo il suo amore ci amerà eternamente».
Leggere, meditare, pregare assiduamente
Nel desiderio di imitare più da vicino il Signore Gesù, Charles non solo si trasferisce a Nazareth, ma decide di riservare molto tempo di ogni sua giornata alla lettura dei Vangeli, per conoscere in modo sempre più profondo Gesù. Si propone perciò di «leggere, meditare, studiare assiduamente» la Sacra Scrittura per trovarvi tutti gli insegnamenti e gli esempi della vita del maestro, da imitare.
La preghiera diventa così riflessione e comunione con Dio, in particolare attraverso la pratica della meditazione scritta, come gli aveva consigliato il suo padre spirituale, l’abbé Huvelin. Scrivere le meditazioni è, infatti, un buon metodo per fissare i pensieri, mentre, sollecitati dalle parole della Scrittura, si riflette e si innalza l’anima a Dio. Per meditare, occorre ascoltare il Vangelo nella calma, purificando il cuore dalle passioni che distraggono e confondono, che distolgono lo sguardo interiore dell’anima dal volto di Gesù. Così insegna fratel Charles, dando voce a Gesù sul tema delle meditazioni scritte:
Falle in grande libertà di spirito, pietà e pace: in modo pio e senza affrettarti… Senza volere assolutamente terminare tutte le meditazioni ogni giorno: falle lunghe o corte, secondo la grazia: ciò che non farai oggi, lo farai domani… Sono preghiere… Segui la grazia… Fervore e pace.
Per Charles non c’è autentico ascolto se a esso non segue il compimento concreto di quanto il Vangelo ha richiesto: preghiera e vita si intrecciano profondamente. Sono il duplice volto di quell’intima e totale adesione al Signore Gesù che ogni cristiano è chiamato a ricercare. La Parola va letta e meditata, riletta e trascritta sul quaderno e quindi nella vita, ma poi diviene argomento per cui aprire il cuore al direttore spirituale. Le ispirazioni nate dall’ascolto delle Scritture domandano infatti di essere successivamente vagliate, in obbedienza e verità, da colui che è guida nel cammino di fede e di conversione. Le parole del consigliere spirituale divengono per il credente vitali e necessarie.
Fra tutte le raccomandazioni che Huvelin rivolge a Charles, spicca quella dell’“apostolato della bontà”, subito trasformata in buon proposito e annotata sul suo diario: «Vorrei essere abbastanza buono perché si dica: “Se tale è il servo, come è dunque il Padrone?”».
Il ritorno al Vangelo, nella sua semplicità e radicalità, senza alcuna umana mitigazione, senza parole che possano stemperare la sua forza profetica e la sua novità permanente, diviene così per fratel Charles la fonte ispiratrice di ogni incontro con Gesù, la sorgente inesauribile di ogni slancio di carità e di apostolato. Il Vangelo è la parola che salva e che libera l’uomo dal peccato, è beatitudine promessa da Gesù:
Beati quelli che ascoltano la parola di Dio e la osservano. Come siete buono, mio Dio! Voi legate la salvezza, la felicità celeste a ciò che ci è più dolce sulla terra stessa: ascoltare la parola del Beneamato e obbedirgli! Ascoltare la parola del Beneamato e compiere questa cara parola: può concepirsi, immaginarsi, sognarsi qualche cosa di più dolce? Di più fortunato?
Come leggere il Vangelo?
Leggendo i testi di fratel Charles possiamo raccogliere alcuni suggerimenti spirituali per pregare con la Scrittura e dialogare con Gesù. La preghiera nasce dalla fede in Dio onnipresente, che si lascia conoscere, raccontando di sé moltissimi particolari attraverso la lettura del Vangelo. Allora si diventa veri discepoli, posti ai suoi piedi, in atteggiamento di umiltà e sottomissione. L’ispirazione divina delle Scritture è convinzione di fede che accompagna ogni meditazione e preghiera che spontaneamente sorge dalla lettura del Vangelo:
Quando leggiamo il Santo Vangelo, siamo veramente ai piedi di Dio presente ovunque; Egli ci parla veramente di se stesso, facendosi conoscere a noi, raccontandoci su di Sé mille dettagli; è veramente Lui che ci parla, poiché i Libri Sacri sono ispirati agli scrittori sacri dallo Spirito Santo.
Il Vangelo, letto con intelligenza e metodo, rimane vivo e vitale, anche col passare del tempo, e diviene consolazione e dolcezza.
Ai piedi del tabernacolo
Celebrare l’Eucaristia e rimanere in adorazione davanti al tabernacolo è una delle gioie più intense e profonde della vita di fratel Charles. Lo confida alla cugina Marie de Bondy, in una lettera del 1902: «Ed ecco che io Lo tengo nelle mie miserabili mani! Lui mettersi nelle mie mani! Ed ecco che dispongo di un oratorio, che giorno e notte godo del santo tabernacolo, che lo posseggo, per così dire, per me solo».
Charles si trova a Béni-Abbès, vive nel silenzio e nella ricerca della piena imitazione di Gesù a Nazaret. Sperimenta la povertà di mezzi, ma anche una grande libertà, passando fra le case e facendo il bene, disarmato e mite. La bellezza di una vita così umile è custodita in quel piccolo luogo di preghiera, nel tabernacolo. Lì egli sa di poter ritrovare il cuore della propria vocazione, il centro affettivo capace di ridare senso, amore e passione a ogni giorno della propria esistenza.
Fratel Charles accoglie la presenza eucaristica come dono ineffabile della bontà divina. Lo accoglie e lo rende nutrimento della sua vita spirituale. Non ne fa oggetto di disquisizioni teologiche, non lo rende oggetto di una trattazione dogmatica. Lo fa diventare cibo della sua anima, cuore pulsante del giorno che passa, abbraccio di Dio alla sua umanità povera e misera. Davanti al tabernacolo si esprime con lo stupore di un fanciullo, con la gioia di chi scopre una novità inaspettata e ne gioisce a dismisura:
Mio Dio, Tu sei sempre con noi, e in quante maniere e con quale amore, con qual Cuore! Quanto siamo felici! […] Dio con noi, Dio in noi, Dio nel quale ci muoviamo e siamo, Dio che è a due metri da me in questo tabernacolo, o mio Dio, che cosa ci abbisogna di più? […] Poiché Tu sei sempre con noi nella santa Eucarestia, siamo sempre con essa, teniamole compagnia ai piedi del tabernacolo, non perdiamo per colpa nostra uno solo dei momenti che passiamo dinanzi ad essa; Dio è là, cosa andremmo a cercare altrove?
Charles si stupisce e rimane nella luce dell’estasi semplice e sempre nuova che deriva della pratica dell’adorazione. E, come buono e fedele discepolo, si impegna a fissare i propositi che gli permettano di godere il più possibile della vicinanza a Gesù e che possano rendere felice Gesù stesso della sua prossimità.
Alla scuola della carità
Nel regolamento dei Piccoli Fratelli, fratel Charles traccia le linee guida per una vita consacrata interamente dedicata all’imitazione di Gesù: essi non salveranno con la predicazione, ma con l’offerta del santo sacrificio e con la presenza dell’Eucaristia, con la pratica delle virtù, con la penitenza e la preghiera e con una vita di carità, la stessa che si irraggia dal Sacro Cuore di Gesù perché «questo cuore è in noi, è in noi corporeamente quando riceviamo la santa Eucarestia».
Come si impara la carità di Gesù? Dimorando in lui, accostandosi al sacramento dell’Eucaristia e pensando continuamente all’amore in esso racchiuso e celebrato. Rimanere ai piedi del tabernacolo è partecipare intimamente alla scuola della carità del Signore Gesù, è sprofondare nel mistero della passione, da cui scaturisce la necessità di corrispondere a questo amore:
Rafforziamoci in questo amore unendoci a Lui nella santa Eucarestia più spesso e meglio che possiamo … Mio Dio, fammi la grazia di amarTi così, di amarTi più che posso, e così di glorificarti più che posso, Tu che hai acquistato la mia anima e il mio amore a sì gran prezzo.
La vita spirituale si nutre sulla via della croce, lungo il cammino di imitazione del Signore Gesù, con un cibo materiale e divino che è nostro pane quotidiano e nostra vita. Gesù si consegna totalmente, così come è in cielo, sotto l’apparenza di una piccola ostia. Nell’accoglierla è possibile realizzare quella comunione che Maria, Giuseppe e la Maddalena sperimentarono nella loro vita. Gesù tende a noi le sue braccia per poter dimorare nel nostro cuore e per poterci consegnare i segni del suo amore e della sua tenerezza.
Adorare con la vita
Consacrato al Sacro Cuore, fratel Charles desidera farsi vicino ai fratelli ospitando nel suo cuore chiunque si faccia incontro alla sua casa e sulla sua strada: questo diviene lo stile della sua missione. Garantire la presenza eucaristica in mezzo a chi non conosce Gesù è già un atto missionario.
Come Maria, in viaggio per raggiungere la cugina Elisabetta, egli invoca un atteggiamento apostolico che abbia proprio origine dall’incontro con Gesù presente nell’Eucaristia:
Insegnaci a portarLo col tuo stesso amore, col tuo raccoglimento, con la tua contemplazione, con la tua adorazione continua, onorandolo con quella corona di tutte le virtù con la quale tu Gli fai come un letto di fiori nell’anima tua… […] Insegnaci, o Madre, a viaggiare come viaggiavi tu, nell’oblio assoluto delle cose materiali, con lo sguardo dell’anima incessantemente fisso sul solo Gesù.
Il viaggio della vita con Gesù parte da Nazaret, si allarga al mondo intero e torna all’origine, per essere compreso con una freschezza nuova ed eloquente.
4° MOMENTO – PER PREGARE INSIEME
(Preghiamo tutti assieme con le parole di fr Charles)
Padre mio,
io mi abbandono a te,
fa’ di me ciò che ti piace;
qualunque cosa tu faccia di me, ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto,
purché la tua volontà si compia in me
e in tutte le tue creature;
non desidero niente altro, mio Dio.
Rimetto la mia anima nelle tue mani;
te la dono, mio Dio,
con tutto l’amore del mio cuore,
perché ti amo.
Ed è per me una esigenza d’amore il donarmi,
il rimettermi nelle tue mani senza misura,
con una confidenza infinita,
poiché tu sei il Padre mio.
Cel. Introduce il Padre nostro
T. Padre Nostro
COMUNIONE
BENEDIZIONE
Cel. Preghiamo
O Dio, che in questo sacramento della nostra redenzione
Ci comunichi la dolcezza del tuo amore,
ravviva in noi l’ardente desiderio
di partecipare al convito eterno del tuo regno.
Per Cristo nostro Signore.
Tutti Amen
Cel. Il Signore sia con voi
Tutti E con il tuo Spirito. Kyrie eleison (3v)
Cel. Diamo lode al Signore
Tutti Rendiamo grazie a Dio
CANTO DI BENEDIZIONE
Cel. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.
Tutti Amen
CANTO FINALE
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