“Fratelli e sorelle, buona sera!”

“Fratelli e sorelle, buona sera!”

10 anni di Papa Francesco

Il 13 marzo scorso si sono celebrati i dieci anni dalla sera in cui Papa Francesco si è presentato per la prima volta ai fedeli di tutto il mondo. Occasione per una qualche valutazione di questo pontificato segnato da una stagione – per il mondo e per la Chiesa – a dir poco faticosa e che Francesco ha avuto modo di definire “un cambiamento d’epoca”.

A sfogliare la rassegna stampa di questi giorni fanno impressione le profonde differenze di approccio da parte dei vari analisti.

Da parte mia, per quanto la mia opinione possa valere, mi sentirei di dire: promosso a pieni voti! Governare la Chiesa di Gesù in un tempo così travagliato (ma quale tempo non lo è?) è impresa quasi titanica, tenendo conto dell’età avanzata di papa Bergoglio e dei diversi malanni che l’età porta con sé. 

Ma l’impressione che io ne ricavo è sempre quella di una serena determinazione, di una straordinaria giovinezza di spirito capace di mostrare alla Chiesa e al mondo sempre nuove frontiere. Tra queste mi piace segnalare la provocazione ad uno sguardo ecumenico, cioè la capacità di dialogare non solo tra cristiani di diverse confessioni, ma anche con il mosaico di culture, razze, visioni sulla storia, nonché con la parola che scaturisce dal cosmo creato e dalle popolazioni che vivono più a contato con la natura. Ovviamente, a partire dalla centralità di Cristo e della visione dell’incarnazione che risana la piaga di tutta l’umanità.

Per molti vaticanisti le due encicliche che racchiudono il pensiero e l’eredità ancora in costruzione di Papa Francesco sono Laudato si’, che inizia con un riferimento al contributo del patriarca ecumenico Bartolomeo, e Fratelli tutti, dove ricorda gli incontri e i documenti comuni con il Grande imam Ahmad Al-Tayyeb. Perciò queste due fonti inesauribili di studio, riflessione, analisi e prassi sono nella loro essenza ecumeniche.

Per altri il momento culminante della parola e dell’influenza di Papa Francesco, per la sua drammaticità e universalità, è stato il suo discorso nella notte piovosa del 27 marzo 2020, in piena pandemia. Di fronte a quel “virus ecumenico” è stato Papa Bergoglio, solo in una piazza San Pietro vuota e silente, ad avere parole di speranza per un mondo sofferente. Risuonano ancora nel cosmo e nei nostri cuori le parole di quella sera: «Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda».

Quando cominciavamo a immaginare un mondo post-pandemia è sopraggiunto il flagello di una guerra in Europa, che si è aggiunta alle decine di conflitti bellici già in atto in diverse parti del mondo. Di fronte a questa “terza guerra mondiale”, Papa Francesco si è costituito voce profetica, di denuncia e d’instancabile appello alla pace. Innumerevoli sono i suoi messaggi, omelie, sermoni, discorsi e incontri ecumenici di preghiera per la pace, come pure le sue azioni concrete di vicinanza di fronte alla piaga del dolore delle persone sofferenti. Tuonanti e coraggiose sono le sue denunce dei poteri occulti bellicisti. Instancabili i suoi sforzi per sviluppare l’ecumenismo come diplomazia pacificatrice. In occasione del suo decennio di pontificato ha detto: “in regalo vorrei la pace”. Impegniamoci tutti a fargli e a farci questo dono. Auguri, papa Francesco!

Don Roberto Davanzo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potresti leggere anche: