III Domenica di Pasqua

  1. Dopo avere fissato lo sguardo sul crocifisso risorto, dopo avere scoperto che non si trattava di un’infatuazione o tantomeno di un imbroglio, il vangelo di oggi ci porta a rileggere una pagina degli inizi della missione di Gesù in cui Giovanni il Battista lo presenta facendo tre affermazioni che solo alla luce della Pasqua possiamo tentare di comprendere.
  • Gesù è il vero “agnello di Dio” immolato sulla croce per liberare il mondo dal peccato
  • Gesù non è solo un profeta ma “il Figlio di Dio” fatto uomo
  • Gesù cambia il cuore dell’uomo perché lo battezza “nello Spirito Santo”
  1. Ma prima di entrare seppure fugacemente in queste affermazioni, possiamo immaginare il gesto di Giovanni con il braccio teso e il dito ad indicare Gesù. Un gesto che dice ciò che deve fare la Chiesa e ogni credente cui il Signore affida questo compito: indicare ai più giovani – figli, nipoti, alunni – l’ideale per il quale battersi, il traguardo da raggiungere. Questa è l’identità dell’adulto: indicare il cammino ai più giovani che si affacciano alla vita. E non c’è cammino di fede se un adulto non indica nella persona di Gesù il senso per l’esistenza. Ognuno di noi deve essere per l’altro, soprattutto per i più giovani, come il dito che segna, che indica. Malgrado inadeguatezze e infedeltà. Non proponiamo noi stessi, ma proponiamo Lui, il Signore, e nel proporlo agli altri lo proponiamo a noi stessi. Ciò di cui i genitori credenti devono preoccuparsi non è tanto la loro incoerenza rispetto a ciò che propongono ai figli. Piuttosto, che una volta cresciuti i figli, non sentano più il desiderio e il dovere di indicare Gesù a qualcuno!
  1. Dunque, che cosa dice Giovanni nel presentare Gesù?
  • Gesù è il vero “agnello di Dio” immolato sulla croce per liberare il mondo dal peccato. Non si tratta di una immagine tenera e bucolica. Gli agnelli erano gli animali che venivano macellati, specie in occasione della festa di Pasqua, nella convinzione che il loro sangue – in ricordo del sangue posto sugli stipiti delle porte di casa nella notte dell’esodo – sarebbe servito a cancellare i peccati del popolo. Per Giovanni Gesù è l’agnello definitivo, quello che con la sua morte cancellerà non solo i peccati di Israele, ma anche quelli del mondo, dell’umanità intera, perché l’alleanza che verrà da quel sacrificio abbraccerà tutti i popoli. 
  • Gesù non è solo un profeta (come ad es. pensa l’islàm), ma “il Figlio di Dio” fatto uomo. Il sacrificio della croce, il sangue di quell’agnello ha un potere straordinario, unico, visto che si tratta dell’“agnello di Dio”, visto che chi muore in croce è “il Figlio di Dio”. Ecco la grande novità rispetto all’Antico testamento: Dio non ha più bisogno dei sacrifici degli uomini, che gli uomini gli offrano qualcosa, si privino di qualcosa per far pace con lui. Con Gesù l’offerta viene dalla famiglia stessa di Dio, è Dio stesso che si offre attraverso il Figlio. E questo rivoluziona tutta l’antica prassi dei sacrifici, come scrive la lettera agli Ebrei. L’alleanza nuova non sarebbe mai venuta dall’uomo, incapace di meritare di stare davanti a Dio. Questa nuova alleanza poteva venire solo da una trasformazione che Dio avrebbe generato nell’uomo, senza che l’uomo potesse meritarla.
  • Gesù cambia il cuore dell’uomo perché lo battezza “nello Spirito Santo”. È questo che Dio opera con l’invio del Figlio Gesù e con la sua Pasqua. Quello Spirito che discese e rimase su Gesù nel giorno del battesimo nel Giordano è lo stesso Spirito che Gesù effonderà dalla croce. Quello Spirito che abbiamo ricevuto nel nostro battesimo e che ci rende figli di Dio, eredi della stessa vita di Gesù risorto, capaci di vivere come Lui.
  1. Dunque, diventa sempre più attuale e urgente l’indicazione del Battista: “Ecco l’agnello di Dio”. È lui da guardare, su lui fissare lo sguardo. “Ecco!”, guarda, fissa e lasciati impregnare dallo Spirito che vedi in Gesù, lasciati inzuppare da quello che vedi in lui, da quel suo modo di vivere. Un modo diverso, più ricco, più umano, di vivere: un modo umano così grande da rivelare la sua divinità. Lasciamoci impregnare dal suo Spirito!

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