Gli organi della Basilica

Organo Balbiani-Vegezzi Bossi

Progettato secondo gli schemi degli organi degli anni ’30, l’organo Balbiani-Vegezzi Bossi venne costruito, collaudato e collocato nella chiesa di Santo Stefano nel 1953. Come funziona un organo a canne?
Le principali parti dell’organo sono: la manticeria, i somieri, la consolle, le trasmissioni e le canne. La manticeria provvede a immagazzinare e fornire allo strumento aria ad una determinata e costante pressione, fornita oggi da elettroventilatori. Dai mantici l’aria tramite i somieri, attraverso un fitto sistema di canali, viene indirizza alle singole canne secondo precisi comandi di trasmissione (catenacciatura negli organi meccanici come il Serassi o elettro-pneumatica per il Balbiani) provenienti dalla consolle dai tasti premuti (altezza delle note) e dai registri selezionati (diversi suoni) dall’organista.
Le tastiere per le mani vengono chiamate manuali, quelle per i piedi pedaliera. Il numero dei manuali può variare da 1 a più tastiere, il nostro organo ne ha 2 con circa 2.000 canne.
Le canne sono il vero e proprio corpo sonoro e si classificano in due gruppi: canne ad anima labiali dove il suono è emesso tramite labbra e canne ad ancia dove il suono risulta dalla vibrazione di una lamina metallica. Sono davvero tanti i particolari tecnici di questo complicatissimo strumento, ampliato da meccanismi ingegnosi e le applicazioni dell’elettricità. Comunque ogni parte del complesso meccanismo consente al tutto di funzionare all’unisono e in modo coordinato. Come in un corpo umano la consolle ne è il cervello, le trasmissioni sono i nervi che portano gli impulsi al valvole presenti nei somieri, il flusso di aria come il nostro sangue porta energia e produce il suono, il canto e la poesia.
L’organo con le sue migliaia di canne simula le modulazioni della voce umana e di altri strumenti. Una meraviglia: tante voci, suoni celestiali. Tutto concorre alla bellezza e all’armonia. Ma come un corpo anche l’organo invecchia: la polvere, gli insetti, addirittura i pennuti e i ragni con le loro uova si annidano tra le canne e le valvole, e il suono si attenua, i timbri riducono la bellezza. C’è allora bisogno dell’estetista, a volte del chirurgo plastico, ma il risultato del lifting è assicurato: una seconda giovinezza inizia ancora più entusiasmante.

Caratteristiche

Due tastiere di 61 note
Pedaliera concavo-radiale di 32 pedali
Sistema di trasmissione elettro-pneumatico
Somiere a pistoni con 4 mantici a sacco.
Disposizione fonica:
Grand’Organo Organo Espressivo
Vibratore Oboe 8’
Ripieno Flauto 8’
Decimaquinta 2’ Gamba 8’
Ottava 4’ Concerto viole 8’
Principale 16’ Eufonio 8’
Principale 8’ Flauto 4’
Unda maris 8’ Nazardo 2’2/3
Dulciana 8’ Silvestre 2’
Bordone 8’ Terza 1’3/5
Tromba 8’ Cornetto
1° manuale Vibratore
Ottava grave 1° 2° manuale
Ottava acuta 1° Ottava acuta 2°
Ottava grave 2° Ottava grave 2°
Ottava acuta 2°
Unione 2°
Pedale Unioni Pedale
Subbasso 16’ Unione 1°
Contrabbasso 16’ Unione 2°
Bordone 8’ Ottava acuta 1°
Basso 8’ Ottava acuta 2°
Automatico
Staffe per il Graduatore e l’Espressione
Pistoncini manuali: Fissatore / ann./p/mp/mf/f
Pedaletti: Manuali al pedale, Manuali uniti,
5 per combinazioni libere, Fondi, Ance,
Gran ripieno, Tutti, Smontatore generale
Annullatori: Principale 16’, Tromba 8’,
Oboe 8’, Concerto Viole 8’

Organo Serassi

Dei due grandi organi che la nostra Basilica possiede, il più antico è lo stupendo e prezioso strumento costruito dai fratelli Serassi di Bergamo, famiglia che dominava la scena dell’organaria lombarda, nel 1833 per l’antica chiesa dell’Assunta, trasportato e collocato sopra il portale d’ingresso della Basilica quando fu aperta al culto nel 1891.
È il tipico strumento fedele all’arte organaria italiana con ance sgargianti e flauti squillanti e che non ha subito la febbre modernista proveniente dai Paesi d’Oltralpe. In seguito, per motivi liturgici esaudendo un desiderio di don Paolo Marelli, la Cooperativa ed il Circolo San Clemente ne donarono uno nuovo, più moderno, realizzato dalla ditta di Milano Balbiani-Vegezzi Bossi, che, installato nell’abside, fu inaugurato il 31 ottobre 1953 con un programma eseguito dalla Corale «Santa Cecilia», diretta dal maestro Fait, della Cappella del Duomo di Milano.
La scelta decretò il definitivo abbandono del Serassi e il suo inesorabile deterioramento. Eppure, solo pochi anni più tardi, la Soprintendenza ai Monumenti della Lombardia informò il parroco che l’antico organo veniva «sottoposto alle disposizioni di tutela per le cose di interesse artistico e storico», con la conseguente responsabilità della sua cura proibendo qualsiasi cambiamento di sede e qualsiasi lavoro senza la previa autorizzazione. Fu don Aldo Mauri che prese a cuore quest’opera ottocentesca di grande valore e che si interessò per il restauro. Il preventivo ammontava – nel 1977 – a £ 18.500.000, somma notevole alla quale la Soprintendenza dei Monumenti di Milano e Lombardia avrebbe offerto un contributo del 30-40%; purtroppo la morte prematura del prevosto non permise neppure di dare inizio ai lavori. Ad oggi il restauro richiede una somma sicuramente più ingente. Per opere di tale fattura sono previsti però finanziamenti dalla Conferenza Episcopale Italiana e da alcuni Enti Pubblici. È un peccato che un tale patrimonio venga lasciato nell’abbandono totale senza trovare una soluzione di intervento. Ma qualche idea sembra avanzare, naturalmente nel rispetto dei bisogni di carità che una parrocchia deve sempre privilegiare.

Caratteristiche

Una tastiera di 56 note (do1-sol5)
con prima ottava normale.
Pedaliera di 24 note.
Somiere maestro a vento e ventilabrini
e altri somieri supplementari per canne di basseria.
Registrazione usuale Serassi,
con manette sulla destra della consolle,
con la seguente disposizione fonica:
terzamano (n.o.) principale 16’ bassi
corni da caccia principale 16’ soprani
cornetta 1.a principale 8’ bassi
cornetta 2.a principale 8’ soprani
fagotto bassi ottava 4’ bassi
tromba soprani ottava 4’ soprani
violoncello bassi decimaquinta
corno inglese soprani decimanona
clarinetto vigesimaseconda
viola nei bassivigesimasesta e nona
flauto traverso trigesima terza e sesta
flauto bassa contrabasso
flauto in VIII terzo piede
flagioletto bassi timpani ai pedali
ottavino voce umana
tromboni al pedale accessori usuali
La disposizione originale ha subito
qualche lieve modifica, specie nel ripieno.